Il colosso bancario svizzero Credit Suisse ha bloccato decine di conti di cittadini americani, non sapendo se questi depositi siano serviti a evadere il fisco degli Stati Uniti. Lo scrive l’agenzia Bloomberg citando fonti all’interno della banca.

Con questa decisione, la banca svizzera vuole mostrare la sua buona fede alle autorità fiscali statunitensi. Il timore è quello di trovarsi nuovamente davanti alla giustizia americana. Nel maggio 2014, il Credit Suisse aveva dovuto pagare una multa di 2.6 miliardi di dollari, per aver incitato cittadini americani a aprire conti segreti in Svizzera.

L’istituto ha lanciato procedimenti interni per identificare i clienti in questione. Un gruppo sarebbe stato istituito per autorizzare ogni attività dei clienti su questi conti. Il Credit Suisse non ha ancora commentato la notizia.

Da qualche giorno, la banca è oggetto di attenzione per non aver informato le autorità fiscali americane dell’esistenza di attivi per 200 milioni di dollari detenuti da un cittadino americano. Dan Horsky, un professore di economia dell’università newyorchese di Rochester, ora in pensione, aveva ammesso la propria colpevolezza all’inizio di novembre.

Il tutto è capitato mentre il Credit Suisse cercava di sbarazzarsi della tutela di Neil Barofsky, istituita nell’ambito dell’accordo del maggio 2014.
L’avvocato insediato dal Department of Financial Services di New York, che avrebbe dovuto lasciare gli uffici di Zurigo entro l’autunno, si è visto prolungare il mandato.