Si può approvare o disapprovare, ma è un discorso che ha un suo senso.

(dal Mattinonline)

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Bignasca, Aldi e Frapolli spiegano le ragioni del NO al preventivo: “Per troppi anni tassati i cittadini: si comincino a limitare i sussidi ad asilanti e stranieri”

boris-111Il nostro No al Preventivo 2017 è frutto di un percorso politico e personale difficile e ponderato. Il nostro No al preventivo parte dall’osservazione della grave crisi economica che colpisce le famiglie e le piccole e medie imprese ticinesi. Il nostro No al preventivo riguarda la nostra coscienza e la nostra idea per rilanciare questo paese che amiamo profondamente e che ha bisogno di un cambio di rotta.

Winston Churchill diceva: “Una nazione che si tassa nella speranza di diventare prospera è come un uomo in piedi in un secchio che cerca di sollevarsi tirando il manico”. Purtroppo il Canton Ticino ha scelto da anni la via del “tassa e spendi” facendo aumentare i costi dello Stato per l’amministrazione e per i sussidi a tutti (stranieri compresi) in maniera incontrollata.

Già diversi mesi fa abbiamo mandato a governo e commissione della gestione le nostre proposte per fare dei piccoli passi per diminuire la spesa dello Stato e conseguentemente riuscire ad aver quel margine fondamentale per ridurre l’imposizione fiscale e raggiungere gli altri cantoni, che già da anni purtroppo hanno una fiscalità più vantaggiosa della nostra.

Noi chiediamo ad esempio l’eliminazione dei sussidi pubblici per gli stranieri con permesso B, la limitazione della spesa per gli asilanti a quanto ci viene riversato dalla Confederazione, il blocco delle assunzioni nell’amministrazione, la riduzione degli stipendi degli alti funzionari, il blocco della spesa per beni e servizi e infine l’approvazione di misure tese a bloccare la libera circolazione indiscriminata che in questi anni ha creato in Ticino un mercato del lavoro malsano.

Nella nostra azione di deputati continueremo a mettere al primo posto il benessere di questo paese e dei cittadini che hanno diritto di poter continuare a sperare nel futuro e per fare questo non ci piegheremo mai a qualsiasi diktat partitico o governativo, continuando ad esercitare la nostra attività liberamente.

Ringraziamo infine tutti quelli che in questi giorni ci hanno capito e sostenuto in questa difficile battaglia.

Gianmaria Frapolli, Sabrina Aldi, Boris Bignasca