Si contano 12 vittime e una cinquantina di feriti, dopo che lunedì sera, poco dopo le 20h00, un camion ha investito la folla del mercato di Natale della Gedächtniskirche, a Berlino. La pista privilegiata è quella dell’attentato a sfondo islamista, cinque mesi dopo una serie di attacchi che avevano profondamente scosso la Germania.

Nella notte tra lunedì e martedì, il ministro tedesco dell’interno, Thomas de Maizière, ha dichiarato che vi sono molti motivi che fanno pensare a un attentato. Il camion ha investito la folla intenzionalmente. La stessa ipotesi è stata confermata martedì mattina dalla polizia.

Secondo i testimoni, il camion, un mezzo pesante con targhe polacche, ha falciato le bancarelle del mercato per decine di metri, prima di fermarsi. A bordo vi erano due persone. Il passeggero, un cittadino polacco, è stato rinvenuto morto, mentre l’altro uomo è stato catturato vivo. Si tratterebbe di un richiedente l’asilo, afgano o pakistano, arrivato in Germania lo scorso febbraio. Informazioni che devono ancora essere confermate dalla polizia.

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Il camion appartiene a una società polacca. Il proprietario della società, Ariel Zurawski, ha spiegato che il veicolo proveniva dall’Italia e doveva deporre un carico di merci a Berlino, prima di ripartire verso la Polonia.
“L’uomo che è stato fatto scendere dal camion non è il nostro autista – ha detto Zurawski ai media. Il camion era stato affidato a un cugino :”Non abbiamo contatti con lui da lunedì pomeriggio. Non so cosa gli sia successo. E’ mio cugino, lo conosco da quando siamo piccoli, posso garantire che non avrebbe mai ideato una cosa simile.”

Contrariamente alle sue abitudini, la Cancelliera tedesca Angela Merkel è immediatamente apparsa in televisione per condannare l’attentato. Molti leader stranieri hanno espresso solidarietà al governo tedesco. Primo fra tutti, il presidente francese François Hollande. I giornali francesi fanno notare che quando un attentato era stato perpetrato nello stesso modo a Nizza, Angela Merkel si era espressa solo dopo diversi giorni.

Lo scorso luglio, quattro attacchi, di cui tre perpetrati in Baviera, si erano svolti nell’arco di una settimana. A Wurtzbourg, un giovane rifugiato afgano aveva attaccato a colpi d’ascia i passeggeri di un treno regionale. A Ansbach, un siriano aveva attivato una carica esplosiva davanti all’entrata di un festival di musica, dove gli era stato vietato l’accesso. Entrambi gli attentati erano stati rivendicati dallo Stato islamico.
Due altri attentati isolati, una sparatoria in un centro commerciale di Monaco e un attacco a colpi di machete nella cittadina di Reutlingen, avevano sollevato molte domande sulla politica di accoglienza dei migranti voluta da Angela Merkel.
La Cancelliera, che aveva impiegato diversi giorni prima di farsi sentire, aveva detto di non si devono confondere le azioni di persone singole con la popolazione dei rifugiati nel suo insieme. Ciò malgrado, la polemica non si era placata, con proteste provenienti anche dal suo stesso partito. Una polemica che ora metterà seriamente in forse la sua rielezione.