Alberto Giacometti (1901–1966) è uno fra i più noti artisti svizzeri del Novecento. Nel 2016 il mondo dell’arte ne ricorda il cinquantesimo anniversario dalla scomparsa. Fino al 15 gennaio 2017 è possibile visitare al Kunsthaus di Zurigo una mostra (a cura di Philippe Büttner) che pone, per la prima volta, al centro di un discorso espositivo, un importante nucleo di 150 opere che si snoda attorno al rapporto di Alberto Giacometti con la corporeità dei materiali usati per le sue creazioni. Il fulcro è costituito da ben 75 preziosi gessi lasciati in eredità dall’artista e restaurati presso il Kunsthaus stesso; a causa della loro fragilità essi vengono presentati solo in rare occasioni.

giaco-7Si tratta di un’esposizione molto particolare dal titolo rivelatore – «Alberto Giacometti – Materiale e visione. I capolavori in gesso, in pietra, in argilla ed in bronzo»- che fa luce in modo totalmente innovativo sugli aspetti fondanti della creatività e del modo di lavorare dello scultore svizzero.

giaco-1Le gipsoteche ritornano, dunque, di moda e il gesso riacquista il suo valore simbolico in ambito artistico. Quale significato avevano, infatti, i gessi per Giacometti? Come si relazionano rispetto all’insieme della sua opera? E quale è la specifica natura delle altre creazioni in pietra, in argilla, in bronzo, in legno ed in plastilina, realizzate sempre dall’artista al pari dei gessi?

giaco-2La mostra si delinea lungo un percorso dove il pubblico entra nell’anima delle opere. Un evento più unico che raro perché è la prima volta che in Svizzera è possibile vedere una tale molteplicità di importanti prestiti di opere di Giacometti, provenienti in primo luogo dalla “Fondation Alberto et Annette Giacometti di Parigi”, solitamente non aperta al pubblico che, insieme alla più ampia e significativa collezione al mondo detenuta dall’Alberto Giacometti-Stiftung presso il Kunsthaus Zürich, permette al pubblico di contemplare l’intero percorso dell’artista. Viene così proposto uno straordinario e inedito accostamento di diverse versioni di alcune opere, quali la cubista «Tête qui regarde» in terracotta, in gesso, in marmo ed in bronzo, o ancora la «Femme de Venise» del 1956, presente in differenti materiali e versioni di restauro.

giaco-3Si entra nel vivo della produzione dell’artista che si formò, tra l’altro, alla mitica Académie de la grande Chaumière: dalle prime opere scolastiche fino ai celebri capolavori della maturità e dell’ultima fase. La mostra è ubicata nella grande sala espositiva al primo piano del Museo, spazio che però è stato suddiviso in piccoli ambienti, ispirati agli spazi del celebre atelier parigino di Giacometti oppure della sua abitazione a Stampa. Questi moduli fanno dimenticare per un attimo che stiamo vedendo una mostra in un’area di oltre 1000 m2.

Inoltre, gli scatti di Ernst Scheidegger, realizzati presso l’atelier di Giacometti quando l’artista era attivo, documentano la nascita di singole opere nel contesto che gli era contemporaneo.

giaco-4La mostra ci apporta un turbinio di emozioni e di energie contrastanti e spirituali: nell’ultima parte allestita, tale quasi ad un museo egizio, ci muoviamo tra opere che appaiono qualvolta simili a reperti, in altri casi ci appaiono come reliquiari. Impressionante e toccante “le chien qui marche” con l’originale gesso ai suoi piedi.

giaco-5Gruppi di personaggi sono disposti su lunghi tavoli scuri e su piedistalli di diversa altezza, in un ordine tendenzialmente cronologico e tematico. Il fil rouge è dato dall’accostamento di materiali e tecniche di lavorazione differenti, per consentire al visitatore una visione sia immediata sia emozionale.

giaco-6bCosa ci rivela “questo” Giacometti così intimo? Il gesso, come materiale, era per lui molto di più di una semplice “fase intermedia di lavorazione” fra il modello in argilla e la statua in bronzo, giacché gli consentiva di dipingere o di intervenire sulle proprie creazioni in svariati modi, tanto che diverse sculture sono attestate unicamente nella versione in gesso. In numerose occasioni Giacometti giunse, infatti, a stravolgere le proprie opere, come risulta evidente dalle tracce lasciate sui gessi dal suo scalpello. I gessi successivamente modificati divennero, così, preziosi pezzi unici, che rivelano sfumature maggiori rispetto ai bronzi.  Prima della presente mostra non è stato praticamente mai possibile ammirare in modo tanto immediato e sensoriale la ricchezza e la diversità delle opere realizzate dall’artista.

Alla fine del percorso espositivo vi è inoltre uno spazio più didattico, dedicato alla presentazione del restauro dei gessi zurighesi e dei procedimenti tecnici adoperati da Giacometti per le sue sculture. Si può così comprendere come l’artista, nel dar vita alle proprie visioni, ottenesse differenti effetti a seconda del materiale prescelto.

Si ritorna, dunque, a casa arricchiti e con uno sguardo nuovo sull’opera di Giacometti … e questa emozione è veramente da non perdere!

Aymone Poletti

Kunsthaus Zürich, Heimplatz 1, CH–8001 Zürich
orari: Ven–Dom/Mar 10:00–18:00, Mer/Gio 10:00–20:00.

Orari osservati durante le festività: Natale 24/26.12.16 e 1/2.1.17: 10:00–18:00.

Chiuso il 25 dicembre.

Ingresso comprensivo di audioguida: 22.–/17.– ridotto e gruppi.

Biglietti cumulativi per la collezione e la mostra: 25.–/18.– Ingresso gratuito fino a 16 anni.