Ho già avuto modo di esprimermi su questo portale su come la concessione del passaporto svizzero debba adempiere dei criteri ben definiti e non possa essere banalizzata. La telenovela degli attacchi verso chi difende questa politica, dopo lo sproloquio del capogruppo della Sinistra Unita in sede di discussione dei Bilanci Consuntivi 2015 – quindi totalmente fuori luogo – ora ha un’altra puntata. Difatti, durante il dibattito sul Preventivo 2017, sempre il suddetto capogruppo ha nuovamente lanciato un attacco, senza far nomi ma era chiaro che il suo bersaglio fosse la già presidente della commissione della legislazione, rea di aver rallentato l’analisi degli incarti.

guscio-xOra obiettivo della Sinistra Unita è naturalizzarli tutti, ma proprio tutti, entro la fine della legislatura in aprile 2017. Guarda tu i casi della vita, ora in Città c’è una vera corsa per l’ottenimento del passaporto elvetico, mai vista nelle precedenti legislature e la commissione preposta sta in pratica facendo gli straordinari per evadere tutte le domande. Queste sedute settimanali sono, ovviamente, a carico del contribuente. E’ inoltre palese che molti candidati, pur avendo lacune in altri campi, sono coscienti della nuova ordinanza che entrerà in vigore il primo gennaio 2018 e che prevede l’inasprimento dei criteri per diventare cittadini svizzeri. Da qui una corsa al passaporto, che non ha nulla da invidiare alla gold rush americana della metà del XIX secolo.

Ma ora l’aria sta cambiando. Proprio durante la seduta pre-natalizia, il Consiglio comunale di Bellinzona ha bocciato una naturalizzazione. Una prima assoluta in quanto, in questi ultimi decenni, quando si vedeva la mal parata, si invitava il candidato a ritirare la domanda. Cosa che non è stata fatta perché la candidata in questione non era presente in sala in quanto assente all’estero. La relazione che proponeva la bocciatura è stata firmata da commissari di tre schieramenti politici, segno che non è solo la Lega populista ad opporsi a palesi casi di non integrazione e di scarsissima conoscenza della lingua. A nulla sono valsi gli interventi dei favorevoli, che in modo alquanto patetico, si sono appellati al multi-linguismo della Svizzera e alla facilitazione per gli asilanti di ricevere la naturalizzazione agevolata in base all’art. 34 della Convenzione di Ginevra del 1951. Il fatto che solo la sinistra sembra concordare sull’eventuale nuova prassi che sia il Consiglio di Stato e non il Gran Consiglio, e di riflesso il Municipio e non il Consiglio comunale a decidere sulle naturalizzazioni, la dice lunga sull’atteggiamento puramente burocratico nel concedere la cittadinanza assunto dalla sinistra.

Un plauso dunque a chi ha avuto il coraggio di alzare la mano ed opporsi, non affatto facile se si considera la presenza in sala dei naturalizzandi ai quali vengono rivolti calorosi applausi alla fine della votazione. Una mozione presentata dalla Lega che richiedeva il voto segreto, come avviene in altri Comuni ticinesi, per dare una maggiore libertà a chi deve a volte procedere ad un’ardua scelta, è stata affossata lo scorso anno.

Infine, un incoraggiamento ai futuri Consiglieri comunali della Nuova Bellinzona ad applicare seriamente i requisiti per l’ottenimento della cittadinanza elvetica, in particolar modo la conoscenza della lingua e l’integrazione, questo anche prima dell’entrata in vigore della nuova ordinanza. Non mi stancherò mai di ripetere che il passaporto svizzero non può e non deve essere comprato con i bollini dei grandi magazzini.

Lelia Guscio, Consigliera comunale di Bellinzona e deputata al Gran Consiglio, Lega dei Ticinesi