mani-retiAl di là dei codici e delle formule magiche degli “esperti economisti” (termine abbondantemente abusato in terra ticinese), tutti noi possiamo conoscere i “segreti” di una scienza che interessa direttamente la vita quotidiana.

Sir Winston Churchill diceva d’essere in grado di capire più o meno tutto, …ma non l’economia.
Nella realtà e nella pratica disse pure di non riuscire a capire l’economia, ma che ne sapeva abbastanza per giudicare che sbarazzarsi di Montaigu Norman (capo della Banca d’Inghilterra) sarebbe stato salutare.

Alfred Marshall (grande economista di Cambridge) diceva che: “l’economia non è altro che lo studio dell’umanità nella produzione della sua vita quotidiana.”

John Kenneth Galbraith (economista, professore ad Harvard e politico democratico contrario alla guerra del Vietnam) aggiunse che è : “lo studio del ruolo delle organizzazioni, di come gli uomini fanno appello alle grndi industrie, ai sindacati ed ai governi per soddisfare i propri bisogni economici; lo studio degli scopi che queste organizzazioni perseguono nella misura in cui s’accordano e si oppongono all’interesse generale. Far prevalere l’interesse della collettività”.

Nella vita quotidiana ,capire come funziona l’economia significa capire la parte maggiore della nostra vita. Ognuno di noi passa il proprio tempo diviso tra i soldi che guadagna ed i soldi di cui ha bisogno. L’economia si occupa appunto di quello che guadagniamo e di quello che possiamo comperare. Il suo posto è nel cuore della vita sociale. Capire l’economia ti permette quindi di capire la principale preoccupazione della vita.

Questa conoscenza ti può dare anche il vantaggio di meglio comprendere le decisioni economiche dei governi con cognizione di causa. Se non si fa lo sforzo di capire le decisioni dei governanti e farsene delle opinioni proprie e se non le rende pubbliche, lasciando tutto il potere nelle mani di chi “capisce”, o fa finta di capire o crede di capire, può star sicuro che queste decisioni andranno ben di rado contro gli interessi di quelli che le prendono o peggio di quelli che costoro rappresentano.

Costoro si proteggono dal mondo esterno adottando un linguaggio specifico che nella maggior parte dei casi è il gergo dei medici, degli avvocati, degli psichiatri e persino degli “scassinatori” (francesismo subliminale). Tutti quanti amano vedersi come una classe sacerdotale, con un sapere o una mistica inaccessibili all’uomo comune.

Certuni arrivano persino a farti credere che i prezzi sono fissati dal gioco della libera concorrenza nel quadro del mercato, mentre è ben evidente che poche imprese giganti forniscono benzina, automobili, prodotti chimici e farmaceutici, materiale elettronico ed una quantità d’altri prodotti e servizi .

Inoltre questi “illuminati” economisti hanno spesso posizioni opposte ed alla base di queste divergenze c’è l’interesse personale di ogni singolo. (Cortesia vuole di non soffermarci troppo su questo argomento, tanto evidente anche al più ingenuo dei cittadini). Molti “economisti” o presunti tali, misurano la bontà delle loro dichiarazioni dagli applausi (e dai fischi) che ricevono e tendono inconsciamente (o per calcolo) ad adeguare la loro posizione, a ciò che il loro seguito giudica appropriato.

Le opinioni divergono poi anche per ragioni meno nobili, disponendo di economisti “fai da te” e di pensiero politico “economo”, (leggere, ..corto). La minima idea acquisita gli deve durare tutta la vita o perché sono più “intelligenti” di altri (p. es, il noto lic.iur delle edizioni Paoline ).

Non è difficile vedere dove sta l’interesse di ognuno; basta seguire il nostro atavico istinto e rispondere alla domanda : …chi paga? Sotto Natale poi, molti economisti annunciano le previsioni per l’anno nuovo, non perché godano di speciali rivelazioni, ma semplicemente perché ne vengono richiesti. Oramai è un rito (o Rico o Ro$$i) e la cosa migliore da farsi è ignorare le loro previsioni economiche e basta.

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