Trumpdal portale www.blognews24ore.com

Ratificando il ritiro degli Stati Uniti dal trattato di libero scambio transpacifico (TPP), il presidente americano Donald Trump mantiene una promessa fatta in campagna elettorale, ma rischia di compromettere il futuro commerciale del paese, secondo la stampa americana.

“Un gesto largamente simbolico” : è così che il Washington Post qualifica la firma del decreto che conferma il ritiro degli Stati Uniti dal trattato di libero scambio transpacifico (TPP), un testo che era stato firmato nel febbraio 2016 dal governo di Barack Obama con 11 paesi (Canada, Messico, Cile, Perù, Giappone, Malesia, Vietnam, Singapore, Brunei, Australia e Nuova Zelanda) e che il Congresso americano non ha ancora ratificato.

Con questo gesto, “il presidente americano intende significare che la nuova amministrazione non dimenticherà quanto detto in campagna elettorale. E questo, nel momento in cui la Cina e le altre economie emergenti cercano di accrescere il loro peso nella bilancia commerciale mondiale, approfittando del ripiego su di sè degli Stati Uniti – scrive il quotidiano.

Il New York Times consacra un editoriale ai “primi colpi della guerra commerciale del presidente Trump”.

“Il 23 gennaio è stata una giornata di intensa attività : il nuovo inquilino della Casa Bianca ha messo in guardia le aziende che delocalizzeranno i posti di lavoro che verranno colpite da pesanti tasse doganali. Una simile imposta sarebbe probabilmente giudicata illegale nei confronti della legge americana e certamente violerebbe i trattati firmati con altri paesi – sottolinea il New York Times.

Il quotidiano fa notare che Trump sembra non rendersi conto a che punto questo genere di decisioni potrebbe danneggiare l’economia del paese e i milioni di americani che si ritroverebbero disoccupati, senza parlare delle misure di ritorsione da parte degli altri paesi per sanzionare i beni e i servizi prodotti dagli Stati Uniti.

Il giornale conclude il suo editoriale scrivendo che “il protezionismo difeso da Trump presuppone che gli scambi commerciali non generino nessun beneficio. Ora, nei fatti, essi permettono agli americani di avere accesso a prodotti meno costosi, sostenendo al contempo la crescita e l’innovazione.”