“Hanno fatto il palo a quelli che rubavano in casa” (divertente e colorita espressione)

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Sul “referendum dei Cantoni” (minimo 8) preannunciato giovedì in conferenza stampa dal presidente Dadò e dall’on. Agustoni pubblicheremo un commento nel pomeriggio.

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StojanovicPrendiamo atto con stupore del sostegno del PPD, sezione Ticino, al referendum sulla legge di applicazione dell’iniziativa “Stop all’immigrazione di massa” lanciata da Nenad Stojanovic.

L’obiettivo di Stojanovic è chiaro anche per chi non mastica politica tutti i giorni. Raccogliere le firme per far votare il popolo, ma non per bocciare la legge d’applicazione votata dal Parlamento, bensì per confermarla. Facciamo infatti fatica ad immaginare che nella campagna di voto, qualora si raccogliessero le firme necessarie, si prodigherà per convincere gli svizzeri a votare contro la nuova legge. Farà invece di tutto per confermarla. Un unicum in Svizzera.

Ma i campioni di incoerenza sono i PPD ticinesi, i quali danno oggi il loro appoggio al referendum con le motivazioni che “Al di là delle opinioni di ciascuno sull’art. 121a il PPD è convinto che la democrazia diretta su cui si fonda la Svizzera possa essere preservata solo se la volontà popolare è concretamente rispettata e applicata”, dimenticando che a dicembre i loro rappresentanti alle Camere (inclusi i ticinesi Filippo Lombardi, Fabio Regazzi e Marco Romano), non avevano sostenuto la proposta di applicazione dell’UDC (modello Peter Föhn), astenendosi (che equivaleva a un Sì) nel voto finale sul modello proposto dalla strana alleanza PLR con la sinistra, facendo di fatto passare la legge di applicazione. Hanno di conseguenza fatto il palo a quelli che rubavano in casa.

Se avessero votato NO alla legge in oggetto, come fatto dai parlamentari dell’UDC, la legge non sarebbe entrata in vigore e oggi non saremmo nella situazione di discutere di un referendum alibi proposto, e a questo punto sostenuto, da persone ed entità che hanno dimostrato che sul tema, hanno tutti gli interessi affinché la volontà popolare non venga rispettata.

Il PPD cerca maldestramente di uscire da una situazione di palese imbarazzo, ma i ticinesi ben sanno che il tempo per essere coraggiosi era a dicembre, quando l’opportunità di bocciare questa scandalosa legge di applicazione era concreta. I PPD, come già detto, si sono però astenuti.La posizione odierna, con la quale cercano di apparire come i salvatori della democrazia, è quantomeno penosa e non permetterà loro di rifarsi una verginità oramai persa da tempo.

L’UDC, come ribadito ancora in questi giorni da Christoph Blocher, lancerà un’iniziativa volta a disdire l’accordo della libera circolazione delle persone. Attenderemo al varco il PPD ticinese, in modo particolare il suo nuovo presidente Fiorenzo Dadò che aveva più volte espresso il sostegno a quest’iniziativa, per verificare se alle parole seguiranno i fatti.

UDC Ticino