Più flessibilità da parte degli israeliani, meno odio da parte dei palestinesi, uno stato unico o due stati divisi, non fa differenza. Così si è espresso Donald Trump durante l’incontro con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, segnando una svolta nella posizione americana sulla questione israelo-palestinese che sin dai tempi dell’amministrazione Clinton vedeva la soluzione a due Stati come l’unica accettabile.

Trump desidera un accordo regionale che comprenda anche diversi paesi arabi in modo da dare più stabilità all’intero Medio Oriente. Per questo ha chiesto al primo ministro di fermare temporaneamente gli insediamenti; richiesta alla quale Netanyahu ha ribadito “La Palestina deve riconoscere lo stato degli ebrei, ma per ora i pre-requisiti per arrivare a una pace sono stati negati dalla Palestina. Questo è l’elemento del conflitto, ma questa condizione deve cambiare”.

Oltre al tema della Palestina, Trump ha affrontato anche la questione dell’accordo sul nucleare in Iran sponsorizzato da Obama nel 2015 e l’ha definito “il peggiore mai visto”. Ha poi aggiunto: “Farò di tutto per impedire che l’Iran riesca a ottenere la bomba atomica. I problemi di sicurezza affrontati da Israele sono enormi, compresa la minaccia legata all’ambizione nucleare degli iraniani”.

Quello di ieri è stato un incontro fondamentale per i rapporti tra due Paesi, la cui alleanza è stata definita “indistruttibile” da Trump stesso che ha preso le parti di Israele anche nella questione Onu che, sempre secondo il presidente americano, ha trattato lo stato ebraico “in modo ingiusto”.  Parole di amicizia e alleanza arrivano anche dall’altra parte, Netanyahu ha infatti affermato: “Israele non ha un alleato migliore degli Usa e io voglio assicurare che gli Stati Uniti non hanno alleato migliore di Israele. Donald Trump farà si che l’islam radicale retroceda in Medioriente, aprendo vie per la pace nella regione. Sono ansioso di lavorare con gli Usa per rafforzare la collaborazione in diversi settori, fra cui anche quelli di informatica e tecnologia”.

Il clima sembra essere cambiato completamente rispetto all’amministrazione precedente ma c’è chi è scettico, come Tony Blinken, vice consigliere per la sicurezza nazionale di Barack Obama. La Stampa riporta che secondo Blinken la strategia di Trump e Netanyahu non è praticabile “a causa della demografia. Se resta un Stato solo, Israele non potrà essere insieme ebraico e democratico, perché i palestinesi diventeranno la maggioranza. A quel punto o dovrà rinunciare alla democrazia, oppure al fatto di essere uno Stato ebraico”.