Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato dall’associazione per il diritto alla morte LL Exit (più nota come Liberty Life). Il ricorso era diretto contro il diniego della licenza edilizia da parte del Municipio di Melano. Insomma, il Consiglio di Stato, facendo sua la giurisprudenza del Tribunale federale, si schiera con il Municipio di Melano e dice no alla permanenza dell’attività di suicidio assistito nel comune.

Il Gran Consiglio auspica il rispetto di tale decisione. Ricordiamo che effettivamente, l’associazione aveva compiuto un suicidio assistito anche dopo la decisione negativa del Municipio e per questo era stata sanzionata.

Nel frattempo, poiché i locali di Melano sembrano inutilizzabili per lo scopo iniziale (numerosi vicini riportano attività frequenti all’interno dell’appartamento, ma il comune conferma che nessun altro suicidio assistito è stato effettuato), LL Exit è diventata itinerante. I suicidi assistiti continuano. La stessa Gasperini, presidente dell’associazione, dichiara telefonicamente al giornale romando Le Temps che l’attività continua in altri luoghi, come per esempio in appartamenti privati. A beneficio dell’autodeterminazione però sembra che siano stati identificati dei luoghi adeguati in cui spostare gli aspiranti suicidi.

Insomma tutto bene quel che finisce bene! Perché in fondo sembra che il problema maggiore sia quello di spostare i suicidi assistiti in luoghi in cui non possano causare disagi al vicinato. Viste le difficoltà organizzative di LL Exit in rapporto appunto al diniego della licenza edilizia, il mercato della morte è stato almeno in parte ripreso da un’altra associazione benefica. Da una costola di LL Exist è nata Carpe diem. Creata dalla vice-presidente di LL-Exit, Carpe diem, in novembre 2016, si è occupata di 10 casi. L’associazione non dispone di un sito né risulta registrata al registro di commercio. Ma sia sa…la beneficenza vale di più se compiuta senza pubblicità.

Benedetta Galetti