La dolce morte dovrebbe essere permessa a tutti, indipendentemente dallo stato di salute. Perché il suicidio è una scelta e un diritto strettamente personale, nessuno dovrebbe arroccarsi il diritto di interferire. Perché chi ha scelto di morire una via la trova comunque, e farlo in un letto è più dignitoso che non lanciarsi da un ponte, spararsi un colpo o buttarsi sotto un treno. Perché forse avremmo addirittura meno suicidi: non si morirebbe soli in un momento di disperazione, ma dopo averne parlato più volte con chi può mostrare anche vie d’uscita dalla crisi.

Di una cosa sono convinta: se invece che perdere tempo a discutere quando, dove e chi può porre fine alla propria vita regalassimo più sorrisi, ci preoccupassimo più l’uno dell’atro, aiutassimo chi è in difficoltà, il tema non sarebbe così attuale.

Greta Gysin