Negli scorsi giorni un’indagine della polizia ha portato all’arresto di Ümit Y., accusato di essere un reclutatore dell’ISIS. Nato in Turchia e cresciuto in Svizzera, si è sempre dimostrato indifferente alla religione fino ai 17 anni quando si è riavvicinato alla tradizione islamica e ha cominciato a frequentare la moschea di Viganello.

Si è diplomato alla scuola commerciale di Massagno, ha lavorato presso l’ospedale Civico di Lugano e infine è approdato nel settore della sicurezza nella ditta Argo1. Ümit Y. era anche un abile giocatore del tennis da tavolo, tanto da vincere diversi trofei e insegnare ai più giovani per un certo periodo di tempo. Da un po’ tuttavia si era allontanato dallo sport.

Nessun segnale preoccupante è stato notato dalle persone vicine all’arrestato; tio.ch riporta queste parole di un conoscente di Ümit: «Un bravo ragazzo, integratissimo e con tanti amici» e ancora: «Ultimamente parlava spesso dell’Islam e della Turchia, forse un po’ idealizzandola. Ma giammai avremmo pensato a una radicalizzazione».

Eppure a quanto pare è stato proprio lui a reclutare Y., ticinese del 1991, partito nel marzo del 2015 per combattere al fianco dell’IS. La RSI riporta: “La storia di Y. sembra il classico racconto di tanti ragazzi cresciuti nella Svizzera italiana: papà elettricista d’origine tunisine, mamma svizzera, un iter scolastico normalissimo e la passione per il calcio. Gioca nel Lugano e vorrebbe fare la scuola per sportivi di élite, ma poi opta per la Commercio di Massagno. Dopo la scuola reclute e qualche breve esperienza professionale, nel novembre del 2014 inizia a lavorare come agente di sicurezza. È uno dei primi ingaggiati dalla Argo 1. Presta servizio al Centro asilanti di Peccia e lì in Valle Maggia, da collega, conosce il 32enne presunto reclutatore”.

Di lui non si è saputo nulla fino al 2016 quando una foto del cadavere è stata mandata al padre; tutto porta a credere che Y sia morto a Mosul in Iraq.