A cura di CRISTINA T. CHIOCHIA

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Si è concluso domenica 12 Marzo 2017 con una grande festa alla Cittadella del Carnevale, nel cuore della città, il   Carnevale di Viareggio 2017. Non solo una premiazione dunque per le varie categorie dei carri allegorici, ma anche un momento per bilanci e nuovi propositi per il carnevale 2018.

Abbiamo avuto modo di scambiare qualche battuta con Chiara Cinquini, ideatrice delle coreografie del carro di Avanzini, vincitore con “Fontiere” del primo premio di quest’anno. E abbiamo quindi pensato di concludere questi appuntamenti sul carnevale italiano con un’intervista proprio con lei.

CTC  Buongiorno e grazie per aver accettato questa breve intervista. Lei è la coreografa del Carro VIncitore del Carnevale di Viareggio di quest’anno. SI aspettava questa vittoria e se sì, perchè?

CC  Grazie a voi per l’intervista! In realtà no, non mi aspettavo la vittoria. Essendo un progetto molto particolare, un po’ “fuori dagli schemi”, mi sarei aspettata tutto… ma non di vincere! È stata davvero una splendida sorpresa inaspettata.

CTC  Il carnevale di Viareggio in modo particolare in questi ultimi anni, si è fatto portavoce di un nuovo senso di ironia: la ricerca non tanto di un atteggiamento di bonaria irrisione ma di riflessione quasi teatrale sulle cose. E’ così secondo lei?

CC  In parte sì. O meglio… Trovo che ogni carrista abbia un linguaggio unico e personale. Chi si è aperto ad una maggiore teatralità è perché si è sentito di farlo naturalmente, ha seguito la propria inclinazione naturale. Ma io vedo il carnevale un po’ come una grande scatola, in cui ormai è contenuto di tutto : la satira, la poesia, l’ironia, il divertimento, e anche la riflessione. C’è spazio per tutto e per tutti, c’è estrema libertà… E spero che questa venga difesa e protetta da ogni carrista. Ognuno deve seguire il proprio percorso e parlare il proprio linguaggio…Questa è ricchezza e non omologazione.

CTC  Lei come coreografa ha sempre perseguito un ascolto attivo con i suoi figuranti. E questo che ha fatto la differenza?

CC  Credo proprio di sì. Il mio lavoro è fatto di passione, che per fortuna riesco a trasmettere ai miei figuranti. Mi piace renderli partecipi ed interpreti delle mie creazioni, li faccio entrare nella tematica spiegandola e parlandone durante i primi incontri, e poi mi piace che mettano un po’ di personalità nei movimenti, in modo da sentirsi il più possibile reali  personaggi e non semplici esecutori. Ed è importante anche ascoltare i loro pensieri e reazioni in merito. Anche un’atmosfera senza giudizio o obbligo (non obbligo nessuno a fare le coreografie, è una libera scelta… Si può anche essere parte del carro senza fare le coreografie…), ma di incontro e amicizia sicuramente aiuta… È un po’ come essere in una famiglia molto numerosa, e le prove aiutano a stringere legami forti di stima, affetto ed amicizia.

CTC  Ci racconti una giornata tipo di prove per preparare la coreografia di un carro allegorico del Carnevale di Viareggio come il suo.

CC  La creazione della coreografia, nel mio caso specifico, avviene insieme alla “crescita” del carro. Mi confronto con il mio carrista sul tema del nuovo progetto prima ancora che arrivi il bozzetto definitivo. E lì già nascono le prime idee. Insieme alla scelta delle musiche, che vengono suggerite dalla tematica prima che nascano i movimenti effettivi. E poi… Mi chiudo nella mia sala di danza con la musica, il mio quaderno “sacro” in cui raccolgo materiale che possa aiutarmi (testi, immagini, pensieri) e passo le ore a ricercare e a creare. E poi, quando sono più o meno pronta (le coreografie possono cambiare spesso quando ho davanti tutti i figuranti… Osservarli e vederli muovere mi può portare altre idee… Ormai loro lo sanno, e sono rassegnati!), arriva il momento emozionante della prima prova, in cui spiego il progetto ed inizio l’avventura. Mentre nell’hangar il carro cresce di giorno in giorno. È un processo che nasce e si sviluppa insieme, il lavoro coreografico è durante la costruzione del carro, per poi arrivare a camminare sulle proprie gambe durante il primo corso mascherato. Cosa che mi regala tante emozioni ogni anno!

E così, con la vittoria del carro dedicato ai migranti di Avanzini, la realtà di un’Europa di “frontiere” diventa coreografia grazie a Chiara Cinquini. Certamente, l’espressione “migranti” fa confluire tante storie e tanti pensieri a riguardo. Ben venga quindi una coreografia come quella di Chiara Cinquini che permette di confrontarsi su “chi è”, in fondo, un migrante alle frontiere, anche in tempo di Carnevale.