Rico Maggi, direttore dell’IRE

Il sondaggio commissionato dall’Istituto di Ricerche Economiche e svolto dal portale Ticinonline ha mostrato le opinioni di 2500 persone in materia dei frontalieri in Ticino.

Non molto tempo fa proprio l’IRE e il suo direttore Rico Maggi sono stati criticati per uno studio sulla stessa tematica e accusati di presentare dati incompatibili con la realtà dei fatti.L’opinione dei 2500 partecipanti ha mostrato come esista una discrepanza tra i dati ufficiali e la percezione dei Ticinesi del mercato del lavoro cantonale.

Il 64% del campione è convinta che i frontalieri non siano necessari per lo sviluppo economico del cantone e che se i salari fossero più alti si troverebbe più facilmente personale indigeno, mentre un buon 45% degli intervistati pensa che i frontalieri “rubino” il lavoro ai ticinesi.

Esiste inoltre un problema di sovrastima: oltre la metà degli intervistati ha una percezione esagerata del numero di persone in assistenza e della quota dei frontalieri e dei disoccupati ticinesi.

In merito al risultato, Tio.ch riporta il commento di Rico Maggi: “Questa discrepanza varia considerevolmente secondo le esperienze personali, le preferenze politiche e le fonti di informazione a cui si attinge”. Le persone che votano Lega dei Ticinesi o UDC “hanno una maggior probabilità di sovrastimare dei fenomeni del mercato del lavoro come quello dei frontalieri, rispetto a coloro che hanno votato PLR, PPD o PS/Verdi”. Inoltre dal sondaggio emerge che chi tende a informarsi su media eterogenei e consultare fonti diverse commette più raramente errori di sovrastima mentre chi è iscritto alla disoccupazione o conosce personalmente chi lo è lo fa più spesso. “Un errore abbastanza comune – commenta Rico Maggi – è quello di ritenere la propria esperienza personale come rappresentativa della società che ci circonda. Tuttavia, pur essendo l’esperienza di ciascuno di noi reale, nel momento in cui si cerca di generalizzarla all’intera società si può incappare in errori di sovrastima o di sottostima e quindi nell’avere una percezione della stessa che diverge dalla realtà”.