Oggi Ticinolive intervista Lidia Zaza Sciolli, mediatrice nel commercio dell’arte, consulente assicurativa e collezionista. Siamo stati a trovarla nel suo ufficio in via Nassa, abbiamo parlato a lungo con lei e abbiamo imparato parecchie cose. Quale impulso sta ricevendo l’arte a Lugano, con i sempre più numerosi eventi e le gallerie in espansione, dalla creazione del Lac? Questa e altre domande su un mondo in bilico… tra la spiritualità e il denaro stanno al centro dell’intervista, realizzata da Francesco De Maria.

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All’inaugurazione TEFAF, Maastricht 2017

Francesco De Maria  Lei vive di arte e per l’arte. Ci vuole parlare della sua attività professionale? Da quanto tempo la svolge?

Lidia Zaza-Sciolli  Svolgo la mia attività professionale da quando mi sono laureata in storia dell’arte, inizio anni Novanta. L’ho sempre svolta con molto piacere e senza interruzioni, neanche durante la maternità. Nei vari contesti di lavoro, sia che fossi Collaboratrice Scientifica al Museo Cantonale d’Arte, Direttrice della casa d’aste Christie’s o come adesso, Art Advisor nel settore privato e assicurativo, ho sempre guardato il lato interessante, le novità. Per me è importante poter imparare sempre.

Come avviene la compravendita di un’opera d’arte? In particolare, come si comporta il “mediatore”?

LZS  Il mediatore cerca di portare a buon fine una vendita, ovvero i soldi versati sul conto. A parole sembra una cosa semplice ma mi creda, non lo è. Una vendita richiede quasi sempre molto lavoro dietro le quinte.

Grande arte significa anche, quasi automaticamente : tanto denaro. Forse non è contraddittorio ma… il contrasto è inquietante. L’arte è spiritualità, il denaro invece…

LZS  … il denaro alimenta la spiritualità. Il denaro è un lubrificante che muove molti ingranaggi dell’arte e senza quello non si arriva lontani. Anche le vendite più stratosferiche vanno capite nel loro contesto, artistico, storico, sociologico, economico.

Lei è una consulente assicurativa nel campo dell’arte. Pare che i costi siano diventati folli. Oggi le grandi mostre sono alla portata di chi?

LZS  Una grande mostra va fatta da chi ha mezzi a disposizione. Io però vedo la cosa positivamente: In fondo è uno stimolo per riportare alla luce quegli artisti validi tralasciati o sottopagati dal mercato. Le grandi istituzioni sono le prime ad avere carenza di mezzi. I francesi con le royalties del Louvre e del Pompidou sono stati molto ingegnosi. Così anche il Guggenheim.

Prendiamo ad esempio un’esposizione con un budget di 10 milioni. A quanto si potrebbero stimare i costi assicurativi?

LZS  I costi assicurativi incidono molto ma dipendono da vari fattori: dai materiali che compongono le opere; dai trasporti, vicini o lontani; ma soprattutto dalle sedi di rischio. Axa Art viene molto incontro ai musei e ai collezionisti che adottano le giuste misure di sicurezza. Non per niente è in vetta alla classifica mondiale. Axa Art è consapevole dei costi e offre dei prodotti assicurativi con ampie coperture, davvero molto interessanti. Inoltre, la compagnia è a sua volta ben coperta con la riassicurazione, ciò che in fin dei costi tutela l’assicurato.

Al lavoro con Grignani

Lugano è una piazza commercialmente interessante? (Non tutti mi hanno risposto di sì!)

LZS  Vorrei puntualizzare che nel contesto al quale mi riferisco il potenziale Lugano significa Ticino. Che distanza vuole che rappresenti il Locarnese o il Bellinzonese da Lugano e viceversa? E’ ridicolo farne un problema. A rendere interessante una piazza è la presenza delle opere e dei collezionisti e il Ticino ha molti atouts tipicamente svizzeri che favoriscono l’accoglienza delle collezioni d’arte. E’ stato così in passato e dalla mia prospettiva lo è ancora adesso. Innanzitutto è un territorio straordinario in quanto a bellezza e qualità di vita. Ecco perchè molti collezionisti scelgono di venire ad abitare qui con opere d’arte e altri beni di valore. In più c’è ancora una certa fiscalità interessante (ma altri Stati più intelligenti ci stanno superando). E poi il Ticino offre tutta una serie di servizi che facilitano la vita di un collezionista: i trasporti, la sicurezza, i depositi, la poca burocrazia , l’iva corretta, ecc. Saremo anche pochi come numero di abitanti ma la qualità è a nostra disposizione. Guardi che non era un caso che la Collezione Thyssen fosse in Ticino. E come loro, altri collezionisti molto importanti hanno scelto dimora da noi.

Le faccio la stessa domanda che ho rivolto a Diego Cassina. Quante sono a Lugano le gallerie di alto livello? (dopo le dirò qual è stata la sua risposta)

LZS  Lugano, il Ticino in generale, ha avuto e ha tuttora delle gallerie serie e impegnate a fare ricerca su artisti validi. Alcune puntano su grandi nomi ma apprezzo quei galleristi ai quali il tempo ha dato ragione e che tuttora reggono il confronto a livello internazionale, intendo sia per il discorso di avanguardia che per i grandi classici. Certi galleristi presenti in Ticino hanno contribuito ad arricchire collezioni di grande pregio, in Svizzera e all’estero. Quelli arrivati negli ultimi anni ad animare la scena luganese devono darsi da fare in una piazza comunque variegata e competitiva. Le sfide cambiano in continuazione.  [“Tre o quattro” era stata la risposta di Cassina, ndI]

La grande novità luganese, la presenza del LAC, ha influito sul suo lavoro? Se sì, in che misura?

LZS  Il LAC è una meravigliosa realtà e tutti dobbiamo contribuire al suo successo, addetti ai lavori e non. Dobbiamo esserne fieri invitando i collezionisti a visitarlo, a lasciare opere in prestito o meglio a donarle. Io ho contribuito in questo senso e lo faccio tuttora, spesso indirettamente. La presenza dei collezionisti, persone riservate e discrete, contribuisce a scrivere la storia di un paese. Averli qui e non coinvolgerli è da sciocchi. Si tratta della crescita del patrimonio artistico del nostro Territorio. Trovo che in generale tutti gli addetti ai lavori del LAC si impegnano con professionalità e gentilezza. Ogni volta che ci si reca sul posto il servizio è di qualità.

Un grande collezionista privato (mi hanno detto che esistono anche nel nostro piccolo mondo) come si comporta? È “aperto” o segreto? Chi o che cosa può temere?

LZS  Ho conosciuto molti collezionisti e in un modo o nell’altro anche il Ticino è nelle loro mete. Ogni incontro mi ha lasciato qualcosa. A proposito di segreti o aperture, ricordo una coppia di asiatici con una bellissima collezione che spaziava tutte le epoche. Il marito si presentò chiedendomi di organizzare un appuntamento con un grande esperto e poi, quando ci presentammo davanti alla loro casa, il marito, grande misogino, mandò alla moglie a dire che io rimanevo fuori dalla porta. Credo temesse le donne. Da lì a poco lui morì e la moglie ed io siamo diventate amiche e molte opere sono convogliate in musei, fra i quali anche il LAC. Ma ricordo in particolare due amiche molto in età che si facevano reciprochi complimenti per le collezioni. Una di loro si fece costruire il museo da Tadao Ando. Una collezione di quel livello l’ho vista solo in Ticino. Credo che ad un certo punto volesse donare una parte al Cantone (che però in quel momento era sordo) e quindi alla sua morte tutta la collezione lasciò il territorio.

Lei stessa è anche collezionista? Che genere di opere possiede e dove si possono ammirare?

LZS  Sì, nella mia famiglia il collezionismo è nel DNA. Insieme a mio marito l’ho proseguito, comprando in base ai nostri gusti. Non siamo vincolati a mode o categorie ma epoche e stili convivono in maniera armonica. Le nostre opere sono sparpagliate tra case e istituzioni. Dall’arte romana a quella svizzera, dal Giappone alla Corea, tutti hanno voce in capitolo da noi!

Lei è un’operatrice nel campo dell’arte. Avrebbe voluto essere una creatrice?

LZS  No perché sono negata a creare (purtroppo)!

Cena ad Anversa con Shimamoto

Si può imbrogliare nel campo del commercio d’arte? Se sì, in quanti e quali modi?

LZS  Mi dica un settore dove non esistono gli imbrogli ma nell’arte mi stupisce la creatività degli imbroglioni: alcuni sono artisti in questo senso.

Lei frequenta le aste? Può descriverci l’ambiente e le modalità di conduzione di un’asta?

LZS  Sì, frequento le aste e mi piacciono molto perché in pochi istanti e con un nodo allo stomaco si decide un acquisto. C’è dietro molto lavoro e la grande asta è il compendio di tutto: psicologia, strategia di mercato, vanità, glamour, ricerca…

Da sorella, come vede e come giudica l’intensa opera di promozione artistica svolta dal patron del Rivellino Arminio Sciolli?

LZS  Come Lei giustamente dice, Arminio, affiancato dal fratello Paolo, più defilato ma non per questo meno attivo, ha veramente creato un’intensa opera di promozione artistica attraverso il Rivellino. Arminio non ha barriere di sorta e tantomeno culturali. Per lui l’arte e la cultura sono a 360° perché è una persona incredibilmente colta e poliglotta, con molti interessi. Con grande entusiasmo e perseveranza ha portato avanti progetti con artisti successivamente accolti da grandi istituzioni (penso alla mostra dedicata dal Prof. Blistène sulla Beat Generation al Musée Pompidou, dove Arminio ha prestato una importante raccolta di opere pittoriche inedite di Jack Kerouack), penso ai vari progetti con Sir Peter Greenaway, con Mario Dondero e tanti altri. Arminio dedica altrettanta attenzione agli artisti sconosciuti ma con un potenziale. E poi ha grande facilità di contatto con le persone. Non chiude una porta a nessuno e sono in molti a volergli bene.

Ancor oggi (glielo assicuro) c’è gente che commenta Lugano Arte e Cultura con parole del tipo “È troppo per Lugano!”, “Non ce la faremo mai a sostenere i costi”, “Il ‘ritorno’ non sarà adeguato alla spesa”, eccetera. Lei come la pensa?

LZS  Anche se sono alti, i costi per la cultura al LAC sono sostenibili e giustificati. Certo, la mancanza di un ristorante come fonte d’introito e di ritrovo chic è imperdonabile e complica tutto. Non riesco a capire perché non sia stato incluso nei progetti. Pensando agli atouts però, il LAC è partito molto bene, con buoni sponsor, che possono essere ampliati, e generosi mecenati. Ce la faremo a sostenere i costi creando le giuste sinergie e inventando strategie. Sicuramente i politici possono anche loro essere molto costruttivi.

Pronta consegna in via Nassa 38, dove ha sede l’ufficio

Qual è stata la mostra più bella sin qui allestita dal Lac?

LZS  Mi è piaciuta molto la mostra di apertura “Orizzonte Nord-Sud” per il suo dialogo con il territorio ma anche per la bellezza delle opere.

Mi dica il nome di una personalità che avrebbe meritato di entrare nel Direttivo del Lac…. ed è rimasta fuori!

LZS  Una personalità che avrei nominato nel Direttivo del LAC è il direttore della Fondazione Beyeler. Non lo conosco personalmente.

Secondo lei, dopo quanti anni si potrà stilare un attendibile, consolidato bilancio delle attività del Lac, mettendo su un piatto della bilancia l’impegno profuso e sull’altro… la resa?

LZS  L’ultima domanda si riallaccia ad altre già discusse. Così come capisco l’importanza dei soldi per oliare gli ingranaggi culturali ed artistici, così non posiziono la resa economica tra i traguardi del LAC. Un centro culturale non è una fiera d’arte dove i clienti, arrivati in giornata col jet, si recano per comprare opere costose. L’impegno profuso da tutti gli addetti al LAC, tutti inclusi, è stato tangibile fino adesso. Per me, che sono sempre stata una persona positiva, anche il saluto gentile delle persone all’entrata del LAC ha una resa significativa e, anche per questo, credo sia opportuno riconoscere i meriti ai vertici. Molto parte dall’alto.

Esclusiva di Ticinolive