Prevista per il 9 aprile, in piazza a Orzinuovi, manifestazione di solidarietà a Federica Epis, con presenza di esponenti ai vertici della Lega Nord

Federica Epis, segretaria di sezione della Lega Nord di Brescia

Orzinuovi, 4 aprile 2017. «Sono emozionata e commossa che tutte queste persone si stiano mobilitando per me, non mi era mai accaduto niente di simile e prometto che farò ricorso in Corte d’Appello, mi impegnerò a fondo per difendere la libertà di opinione». A parlare è Federica Epis, segretaria della sezione di Orzinuovi della Lega Nord, condannata dal tribunale di Brescia a pagare 2mila euro a ciascuna delle associazioni (Quipas, Puertos escondidos, Studi Giuridici sull’immigrazione) che la giovane aveva menzionato in un post su Facebook, il 12 giugno 2015. Federica è commossa per l’immenso sostegno giuntole da parte di militanti leghisti, sostenitori e concittadini, che domenica 9 aprile terranno una manifestazione in piazza a Orzinuovi, alla quale saranno presenti esponenti ai vertici della Lega, come l’On. Paolo Grimoldi, segretario della Lega Lombarda e Toni Iwobi, responsabile federale del Dipartimento sicurezza e immigrazione.
“questo è l’elenco di tutte le cooperative” aveva scritto Federica “fondazioni e altre operatori che con la faccetta misericordiosa di chi fa beneficienza stanno invece lucrando sul traffico dei clandestini, con i nostri soldi. Se il governo vuole usare i soldi dei cittadini, almeno aiuti i nostri, non quelli dell’Africa.”
Per molti non era che un post di innocente e chiara informazione; per il giudice Lucia Cannella, invece, è stato dichiarato un “post irridente e sbeffeggiante che attribuisce il fine illecito di lucro alle cooperative, degradando i profughi al rango illegale di clandestini.” Ora, il riconoscimento dello status di profughi non era ancora stato effettuato, né è stato preso in considerazione che una percentuale dei presunti profughi non avrebbe avuto diritto a richiederne lo status. Inoltre “clandestini” è un termine per nulla offensivo, al contrario è semplicemente una specificazione, un aggettivo. Altrimenti non si spiegherebbe la scelta dell’iniziativa del “suq” a Monza di chiamare un evento “Madri Clandestine”, proprio come fa notare Epis.
Così, mentre su facebook dilagano pagine dissacranti e blasfeme nei confronti della religione, degli animalisti, delle persone diversamente abili, una ragazza viene condannata a pagare 6mila euro per aver democraticamente espresso la propria opinione. I proventi di tale condanna verrebbero utilizzati per sostenere attività per gli immigrati. Insomma, più che il post di Federica, è il provvedimento, ad apparire oltraggioso e antidemocratico.
Leggevo ad aprile su Panorama un articolo di Claudio Martelli che s’intitolava “basta confondere clandestini e profughi.” E continuava: l’unica soluzione concreta è fare trattati con gli Stati da dove provengono i disperati, distinguendo chi fugge da guerre e carestie e chi cerca solo di entrare illegalmente nel nostro paese.” Perché dunque, dovrebbe esser vietato, anche a un privato cittadino, o a un segretario di sezione, di far chiarezza ed esprimere un parere personale e condiviso? Per questo, per conto di Ticinolive, ho deciso di intervistare Federica.

Federica Epis con Matteo Salvini

Federica, in seguito a quali fatti ha scritto il post, due anni fa?
Leggevo un articolo di giornale, che citava diverse cooperative, atte a gestire l’immigrazione. Ho pertanto ritenuto di esprimermi, in quanto segretaria di sezione, anche usufruendo dei termini in quel tempo molto frequenti nell’acceso dibattito che era in corso proprio in merito all’arrivo di nuovi immigrati a Orzinuovi.
E le è arrivata una notifica…
Due mesi dopo, in agosto, sono venuta a sapere – dai giornali – che contro di me era stata promossa una “azione civile contro la discriminazione”.
E dunque ha rimosso il post…
Ho dovuto rimuoverlo perchè gli enti che mi hanno fatto causa chiedevano al giudice di farmi pagare 50 euro di risarcimento per ogni giorno che il post sarebbe rimasto online. Come suggerito dai miei legali, pertanto, l’ho cancellato al fine di congelare la richiesta risarcitoria, non perché lo ritenessi offensivo.
Come mai la sentenza è arrivata due anni dopo? Farà ricorso?
La condanna è giunta adesso per i tempi tecnici e burocratici della giustizia italiana, nient’altro. Nel frattempo ho agito coi miei legali, sono comparsa davanti al giudice e tutto il resto… Farò ricorso in corte d’appello, poiché ritengo d’aver avuto una condanna iniqua ed assurda: un’opinione non discrimina nessuno. Le parole nemmeno. Se non si offende nessuno dovrebbe poter discutere, avviare dibattiti, non si dovrebbe condannare perchè questo imprigiona la libertà di pensiero.
Ha ricevuto tanta solidarietà da parte della Lega Nord, e il 9 aprile si terrà una grande manifestazione in suo sostegno…
Assolutamente, Matteo Salvini mi ha telefonato personalmente, porgendomi solidarietà e vicinanza e dicendomi di andare avcanti, perchè ho agito, esprimendomi con termini assolutamente leciti, seguendo la linea della Lega, criticando semplicemente la destinazione dei soldi pubblici, senza nemmeno menzionare un caso specifico.
Da giorni poi, sono letteralmente sovrastata da ogni genere di attestazione di stima e affetto e addirittura si stanno costituendo comitati e organizzando iniziative di solidarietà per contribuire a pagare il risarcimento agli enti che hanno vinto la causa contro di me. Non credo nemmeno di meritare tutto questo, tuttavia sono orgogliosa che domenica mattina, il nove aprile in Piazza a Orzinuovi, durante il gazebo organizzato dai militanti della sezione, saranno presenti alcuni dei maggiori rappresentanti politici del territorio insieme al segretario della Lega Lombarda On. Paolo Grimoldi e al responsabile federale del Dipartimento sicurezza e immigrazione Toni Iwobi. La manifestazione sarà anche l’occasione per spiegare ai miei concittadini la mia versione dei fatti, perché in tutta onestà non ritengo di aver fatto nulla di male.
Il termine clandestini era infatti solo una specificazione…
Le persone che sbarcano sulle coste del Sud vengono qui clandestinamente, è un dato di fatto. Inoltre, la maggior parte di coloro che successivamente fanno richiesta di asilo, non vedono riconosciuto alcun diritto di protezione internazionale e restano, per l’appunto, clandestini. Io ho utilizzato un termine appropriato e per nulla denigratorio. Le parole non discriminano. Bisogna poter essere liberi di dire quel che si vuole.

Intervista a cura di Chantal Fantuzzi.

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