La storia la conoscono tutti. Borradori e la Lega nell’aprile 2013 vincono le elezioni a Lugano, disarcionando Re Giorgio e ponendo fine a un predominio PLR durato non so quanto. Giunge sul tavolo la questione della nomina del vice sindaco. Lorenzo Quadri ha più voti della capofila liberale Giovanna Masoni. Pretende per sé l’ambita poltrona. Si noti che la nomina spetta al Municipio. Quadri ha 3 voti sicuri: il suo, Borradori, Foletti. Giovanna ha 3 voti sicuri: il suo, quello del collega di partito Bertini (subentrato a Giudici) e quello di Zanini Barzaghi. Alla fine deciderà (“ago della bilancia”, dopo tormentose esitazioni) il municipale azzurro on. Jelmini: Vicesindaca sarà Giovanna.

Violenta fu la reazione di Quadri (faccio copia-incolla; 1° novembre 2013).

DALLA PAGINA FACEBOOK DI LORENZO QUADRI

La maggioranza del municipio di Lugano è riuscita a fare strame della volontà popolare nominando vicesindaco Giovanna Masoni malgrado ci sia una differenza di ben mille voti tra la collega ed il sottoscritto, e malgrado la Lega sia primo partito. Il PLR si conferma quindi partito delle cadreghe, senza avere i voti. E’  emersa con chiarezza, se mai ce ne fosse ancora bisogno, la volontà di PLR, PP…D, P$ di fare quadrato contro la Lega dei Ticinesi, passando sopra sia all’esito delle elezioni – quindi il popolo non conta nulla – che alle regole che sempre sono state in vigore… ma naturalmente solo finché il partito di maggioranza relativa era un altro.

La scelta di PPD, PLR e P$ è evidentemente un atto di prepotenza che chiude le porte alla collaborazione. La decisione odierna della maggioranza del municipio va presa per quello che è: un sopruso nei confronti degli elettori luganesi e della Lega, oltre che un affronto personale nei confronti del sottoscritto; il quale ne prende atto e si comporterà di conseguenza.

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Oggi la pagina 2 non era bella da leggere. Che il PLR abbia perso è fuori discussione: lo sanno le 2 Giovanne, lo sa la Karin, lo sa la Mari Luz con tutta la tribù. La Lega ha imposto la sua forza e la sua “legge” su Lugano. Si noti tuttavia che io metto la questione in questi termini – di per sé impropri – solo perché una politicizzazione estrema s’è impadronita del caso sin dall’inizio.

Ma l’esibizione di sconfinato livore che siamo costretti a leggere stamani sul Domenicale, no, non è proprio onorevole. Riesce fastidiosa, ed è anche poco furba. Chi ha vinto – perché HA vinto – si goda con discrezione la sua vendetta e coltivi con discrezione il suo rancore.