Il periodo che abbiamo evidenziato è – come dire? – allettante, attraente, affascinante, ma ben difficilmente potrebbe trovare una giustificazione razionale. Da parte nostra continuiamo a pensare (forse troppo pedestremente) che l’ISIS sia l’ISIS, l’islam radicale l’islam radicale, e la finanza d’arrembaggio “globalizzatrice” (verso la quale nutriamo una intensa antipatia)… un’altra deplorevole cosa.

* * *

Ormai, la guerra e il terrorismo (conseguente o precedente?) dominano la scena mediatica, sono entrati di prepotenza nelle nostre case, condizionano pesantemente l’esercizio della democrazia e le libertà degli individui, influenzano le relazioni fra gli Stati e gli affari delle grandi concentrazioni globalizzate che, a loro volta, orientano governi e masse ingenti d’investimenti. Poiché tutto si tiene nel nome della lotta al terrorismo.

Che grandiosa invenzione quella del terrorismo planetario, sempre incombente! Sicuramente, il suo inventore o fomentatore passerà alla storia come un genio della strategia politica al servizio della finanza d’arrembaggio che sta destrutturando il mondo a suo favore. 

Inventato o foraggiato o scelto come metodo di lotta politica, il terrorismo è una realtà drammatica con la quale bisogna fare i conti, ogni giorno. Perciò, bisogna condannare, certo, la guerra ma alla stessa stregua il terrorismo di qualsiasi natura e colore, anche quando agita le bandiere della lotta per l’indipendenza dei popoli.

La Resistenza deve ripudiare il ricorso all’assassinio e alla strage per dimostrare la sua superiorità politica ed etica rispetto all’oppressore che, addirittura, si dovrà incaricare di redimere. In ogni caso, deve marcare una netta distinzione fra nemici armati e civili innocenti.

Agostino Spataro