Una tremenda strage è stata compiuta in Egitto contro i cristiani copti. L’attacco è avvenuto a Minya a circa 220 km dal Cairo e ha coinvolto un autobus, un’auto e un furgone su cui viaggiavano i fedeli diretti ad un monastero. Un commando composto da circa dieci uomini ha sparato indiscriminatamente a tutti uccidendo 35 persone tra cui numerosi bambini. Secondo la ricostruzione dei fatti i terroristi in divisa con i volti coperti hanno prima rubato gli averi delle vittime per poi costringerli a recitare il Corano e alla fine ucciderli con colpi diretti alla testa. Padre Antonio Gabriel, parroco della chiesa copta San Mina a Roma ha rilasciato un’intervista dichiarando: “Sull’autobus c’erano anche tanti bambini. Gli hanno rubato soldi e oro. Hanno anche chiesto loro di rinunciare a Cristo e di diventare musulmani. Se avessero accettato li avrebbero salvati ma i pellegrini hanno rifiutato e così sono stati uccisi. Gli hanno messo la pistola sulla testa e sul collo per ucciderli in modo diretto”.

I copti sono circa otto milioni e rappresentano la più grande comunità cristiana nel Medio Oriente sin dall’antichità. Sono rappresentati in tutte le classi sociali e in tutte le aree geografiche del paese anche se si considerano emarginati da alcuni settori dello Stato come la giustizia, la polizia e le università.

Per ora l’attentato non è stato rivendicato da nessun gruppo ma la risposta Egiziana non si è fatta attendere. Sono stati lanciati infatti sei raid aerei su Derna, una città del Libano dove si trovano i campi di addestramento dei jihadisti e oltre un centinaio di copti sono scesi in piazza a Minya in segno di protesta contro gli attentati che stanno subendo.