Gli Stati Uniti escono dall’accordo di Parigi sul clima

ci rientreremo solo con negoziazioni più favorevoli”

 Il Presidente USA sostiene che l’Accordo sul clima danneggi l’economia, e rilancia l’America First per distrarre dai controlli sulle presunte relazioni russe nell’intelligence americana.  

Trump ha rilanciato di voler ridiscutere gli impegni presi da Obama per fermare il riscaldamento del pianeta, e di voler prendere provvedimenti sull’intera globalizzazione, mettendo in discussione tutti i trattati commerciali ritenuti ingiusti o svantaggiosi per gli USA.

Insomma, solo coi piani Dawes, Young prima (coi quali l’America attuò l’egemonia sull’Europa nel primo dopoguerra) e Marshall poi (stessa cosa, nel secondo dopoguerra, n.d.r.) si può sperare nel governare in mondo, verrebbe da dire.

L’Europa questa volta non vuole: Gentiloni l’italiano boccia immediatamente l’iniziativa, seguito immediatamente da Merkel la tedesca, e da Macron il francese. I tricolori si oppongono contro le stelle strisce. In particolare Macron ha dichiarato che l’accordo non è rinegoziabile e che si continuerà ad applicarlo.

I numeri di Trump.

2,7 milioni sono i posti di lavoro che l’America riprenderebbe entro il 2025 (ma a quale prezzo per il pianeta, viene da chiedersi?)

3 i trilioni di PIL

12% tuttavia la riduzione della produzione di carta, seguita dasl 23% di cemento, del 38% del ferro e acciaio del 31% di gas e ben dell’ dell’86% del carbone.

Chi si avvantaggia di quest’accordo secondo Trump, dannoso per gli USA e vantaggioso per gli altri? In primis la Cina, che potrà “continuare ad imbrattare ancora per 13 anni” e l’India con le sue miniere di carbone (inquinantissime).

Ha dichiarato Trump: “Ci vogliono con le mani legate. Ma io sono stato eletto per rappresentare l’America, non Pittsburg o Parigi”