Mercoledì scorso, dopo l’assemblea della ProMuseo al LAC, ho fatto una capatina nei locali di Le Chic (avevo ricevuto un invito), che si trovano all’angolo di via degli Albrizzi con via Canova, al primo piano. Lì ho incontrato Antonella Villa della Clo Consulting, una ditta che lei stessa ha fondato e la cui attività impareremo a conoscere nel corso della presente intervista.

Lì abbiamo conosciuto anche Luisa Anna Tedde, partner di Antonella nella ditta, e Anna Shishkova, creatrice di moda, che esponeva una vasta scelta di articoli di abbigliamento. A Le Chic regnava una gradevole atmosfera “fashion” e i conversari erano lieti.

Io non sono un manager e sono ben deciso a morire da poeta, ma se lo fossi indubbiamente cercherei di migliorare le mie prestazioni seguendo i consigli e i corsi di Antonella Villa.

Un’intervista di Francesco De Maria.

Francesco De Maria  L’acronimo CLO – Coaching, Learning, Organisation – è la chiave della vostra attività. Ce lo vuole illustrare?

Antonella Villa  La mia organizzazione è specializzata nell’utilizzo del coaching come modalità relazionale per sviluppare apprendimento, consapevolezza e per migliorare il funzionamento organizzativo.

Il coaching è una particolare metodologia di approccio alla relazione messa in campo da un Coach professionista che, pertanto, evita di dare giudizi, consigli o spiegazioni. Egli lavora attraverso l’uso di domande e dialoghi di confronto per facilitare nell’altro (o negli altri, in caso di piccoli gruppi) la sua capacità di riflettere sulle cose, di definire situazioni, di prefigurare soluzioni, di esercitare capacità critica. Tutto questo ha a che fare con un aumento della consapevolezza personale che si traduce in comportamenti responsabili rispetto a quanto si agisce ovvero si dice, si pensa, si fa.

Ci presenti la Sua azienda. Da quanto tempo esiste? Dove opera? Quali prestazioni offre?

AV  Siamo una società di consulenza nell’ambito delle risorse umane, ovvero persone al servizio di organizzazioni, professionisti, persone. Caratteristica di Clo è l’intervento “su misura” che mette al centro del progetto di consulenza l’individuo e l’organizzazione con le sue peculiarità. Insieme ai nostri Clienti lavoriamo su quelle parti (del sé e dell’organizzazione) che essi vogliono rinforzare e rendere alleate indispensabili per il raggiungimento di obiettivi concreti.Vogliamo essere la piccola differenza che fa la differenza. Clo consulting opera sul mercato della consulenza da oltre 20 e negli ultimi 3 anche in Ticino.

Il vostro lavoro si fonda su basi scientifiche? Se sì, primariamente quali?

AV  La filosofia primaria di approccio è costituita dal Pensiero Sistemico. Alla base di qualunque azione efficace si pone una giusta prospettiva entro cui inquadrare la Realtà: è necessario rivolgere lo sguardo oltre i fattori e gli eventi isolati, per cogliere le articolazioni e le connessioni profonde fra le cose. Perché, a volte, quando stiamo per raggiungere un obiettivo ci sembra che questo ci sfugga? Oppure quando stiamo facendo progressi improvvisamente la tendenza si inverte? Il Pensiero sistemico ci suggerisce che per poter rispondere dobbiamo sviluppare una capacità di visione globale, cogliere i nessi tra eventi, cause, effetti, relazioni.

Altro caposaldo scientifico di riferimento è costituito dalla Scuola di Palo Alto, ovvero  la scuola di psicoterapia statunitense che trae il suo nome dalla località californiana dove sorge il Mental Research Institute. La cosiddetta terapia breve (o brief therapy) è uno dei risultati più significativi fra le innovazioni introdotte dagli psicoterapeuti della Scuola di Palo Alto.

Oltre agli strumenti specifici di psicoterapia breve, è stato sviluppato il modello di “Problem Solving Strategico”, una specifica metodologia utilizzabile in campo organizzativo e nel processo di coaching; anziché  interessarsi dell’origine storica individuale dei problemi, l’intervento  breve si focalizza sul sintomo – comportamento e pensiero – messo in campo dal soggetto nel qui ed ora” e sui paradossi logici di autosostentamento della sintomatologia stessa. Le possibilità di applicazione di questa particolare metodologia in campo aziendale e nelle sessioni di coaching sono per noi il punto di riferimento imprescindibile per l’evoluzione – cambiamento – nelle diverse situazioni.

Da ultimo citiamo anche il Metodo Feuerstein che si basa sul concetto della “Modificabilità Cognitiva Strutturale” (M.C.S.): gli esseri umani sono modificabili, cioè sono soggetti ad essere significativamente modificati da un intervento affettivo-educativo messo in campo da parte di altri esseri umani (formatori-mediatori).

Secondo Feuerstein l’intelligenza non è innata, né tanto meno statica, ma è un bene che tutti hanno e che si può sviluppare in virtù della plasticità e della plasmabilità delle strutture del nostro cervello. Durante tutta la vita, in base alle esperienze che vive, l’uomo presenta dei cambiamenti in risposta agli stimoli che continuamente lo raggiungono, modifica le sue prestazioni e tende ad adattarsi all’ambiente che lo circonda. Ma tutto quello che egli apprende assume veramente un significato solo grazie all’intervento di “formatori mediatori”, capaci di organizzare e presentare gli stimoli in modo che generino in lui dei cambiamenti positivi sul piano cognitivo. È “Esperienza di Apprendimento Mediato” (E.A.M.), grazie alla quale si stimola la creazione di nuove capacità di pensiero, di elaborazione di concetti, di riflessione non impulsiva, di organizzazione e selezione dei dati. Questo per sviluppare flessibilità mentale e rendere la persona maggiormente capace di operare nei contesti in continuo mutamento.

Chi sono principalmente i vostri clienti? Che cosa desiderano ottenere?

AV  I nostri clienti sono principalmente aziende nelle figure professionali di imprenditori, manager e giovani potenziali. Ciò che maggiormente ci viene chiesto è lo sviluppo delle loro capacità relazionali: gestione dei collaboratori, efficacia dei progetti di cambiamento, saper parlare in pubblico, essere leader, saper motivare e guidare team vincenti…ecco alcuni dei risultati maggiormente richiesti.

Nei percorsi personali sono invece presenti temi come migliorare la propria autostima, imparare a gestire le relazioni conflittuali (principalmente famigliari o con il socio), gestire meglio la propria emotività, essere capaci di realizzare i propri talenti.

Di che qualifiche professionali dispone il vostro personale?

AV  Tutti i Professionisti che lavorano nella nostra struttura sono laureati e hanno ottenuto le certificazioni che testimoniano la conoscenza delle basi scientifiche di cui sopra abbiamo parlato. Sono tutti coach professionisti, ovvero persone che hanno effettuato un percorso formativo specialistico e hanno alle spalle molte ore di esperienza sul campo.

Quanto dura, mediamente, un “corso”?

AV  Dipende dalle situazioni: abbiamo interventi che durano 1 o 2 giorni interi e percorsi che si snodano nell’arco di 6-8 mesi duranti i quali la frequenza degli incontri è ogni 2-3 settimane per un paio di ore, massimo mezza giornata ciascuno. Siamo molto flessibili e rispettiamo le necessità dei nostri clienti: certo che si “impara facendo” e per questa ragione gli interventi che noi eseguiamo richiedono sempre un fare e una verifica – feedback – rispetto a come si è fatto. Questa parte relativa al feedback è estremamente importante per generare apprendimento. L’esperienza da sola non basta.

Mi faccia una descrizione della figura del “manager non all’altezza” e anche del “manager in crisi”. Come li potete aiutare?

AV  Un manager non all’altezza… eccone il racconto: “ritengo di non essere un buon capo perché non sono in grado di dire alle mie persone quando sbagliano che devono migliorare. Mi arrabbio da morire e poi finisco per sostituirmi a loro e fare io o farlo fare a qualcuno di mia fiducia chiedendogli un favore”.

Un manager in crisi… “stiamo facendo degli investimenti importanti, siamo di fronte a un cambiamento epocale, il nostro mercato sta cambiando e le mie persone sono motivate, vogliono dare il massimo…io li guardo e a volte mi chiedo se quello che stiamo facendo sia giusto….”.

Questi sono stralci di racconti, da qui partiamo …ma cosa succede poi? Con il nostro cliente esploriamo quelle che noi chiamiamo “convinzioni”, ovvero i pensieri e le consapevolezze che lo guidano nello scegliere. A volte queste convinzioni sono alleati preziosi, altre volte, come nei due casi raccontanti, sono devi veri e propri killer, provocano paralisi o peggio, tira e molla improduttivi.

Così ha inizio un dialogo professionale che ha come scopo la “caccia” al killer e non solo, per far sì che il manager impari a riconoscere (consapevolezza) quanti killer sabotatori abitano in lui, quando si manifestano e come agiscono.Imparare ad affrontarli è lo scopo dell’intervento.

Siete in grado di verificare a posteriori il risultato del vostro insegnamento (o… allenamento…) ?

AV  Sì, il primo grande indicatore di risultato raggiunto è un cambiamento nel comportamento della persona e la sostituzione/eliminazione delle abitudini killer; il secondo grande indicatore è rappresentato dalla fidelizzazione dei nostri clienti. Anche a distanza di anni, tornano.

Se un manager non padroneggia l’arte di parlare in pubblico, quali tecniche usate per migliorare le sue prestazioni?

AV  La nostra formazione è sempre “imparare facendo” e nel caso specifico del public speaking realizziamo sessioni di lavoro con videoregistrazione. I nostri percorsi sono sempre accompagnati da un piano d’azione diretto al monitoraggio dei risultati e degli ostacoli incontrati.

Il vostro lavoro può anche consistere nell’aiutare una persona a dominare la sua emotività?

AV  Le emozioni sono reazioni a situazioni: partendo da questo caposaldo incomincia il viaggio verso la consapevolezza di sé e del proprio sistema emotivo-reattivo. Conoscere è il primo passo per governare.

Le tecniche che la Sua società utilizza e promuove hanno subito un’evoluzione nel tempo?

AV  Gli studi sul comportamento, sull’intelligenza e sulle relazioni complesse hanno subito una forte accelerazione in questi anni. La stessa comunicazione cambia costantemente le proprie modalità di relazione, anche a fronte di una sua maggiore digitalizzazione. Periodicamente noi facciamo percorsi di aggiornamento e perfezioniamo o impariamo nuove tecniche di intervento da offrire alla nostra clientela. Il nostro approccio è fondato sul “qui ed ora”, per questo la conoscenza del contemporaneo è fondamentale.

Come mai questa sera nei vostri locali c’è un’esposizione di articoli d’abbigliamento? E che cos’è Le Chic ?

AV  Le Chic è una divisione di Clo nata alcuni anni fa e interamente dedicata alla cura dell’immagine e dello stile. Nella nostra epoca l’immagine, la prima impressione, la percezione immediata, la forma è anche sostanza: essere consapevoli di come utilizzare questo importante mezzo – noi stessi – e comprendere l’impatto sulla fiducia o sfiducia che generiamo nell’altro a partire da ciò che indossiamo aiuta a fare la differenza. Da qui è nata la collaborazione con stilisti e designer, soprattutto con realtà che in termini di prodotto rappresentano eccellenza come scelta qualitativa e non come “marchio”. Ci sono prodotti che “parlano” proprio per come sono stati realizzati. Questi sono alleati indispensabili per coloro che desiderano progettare, realizzare e promuovere una determinata immagine di sé

Lo stile si costruisce a partire da scelte consapevoli, progettate per essere preziose alleate nell’affermazione di sé stessi.

Allestite anche mostre d’arte? Di che genere?

AV  Noi non allestiamo mostre d’arte, ci occupiamo dell’arte come forma di comunicazione, di espressione della persona. In questi anni abbiamo avuto la possibilità di lavorare con diversi artisti: abbiamo aiutato gli artisti ad individuare come loro stessi esprimevano i loro pensieri, le loro aspirazioni, i loro bisogni e i loro valori. Siamo esseri differenti e, contemporaneamente, simili. Riconoscere similitudini e differenze e, per questa ragione, adottare una comunicazione differenziate, ci permette di avvicinarci maggiormente agli altri, di farci percepire per quello che desideriamo comprendano di noi. Sotto questo profilo l’espressione artistica diventa un canale privilegiato attraverso il quale i nostri diversi universi si ritrovano.

Con chi collaborate al fine di realizzare simili attività “collaterali”?

AV  Generalmente con professionisti presenti sul territorio elvetico

Lei opera in questa città da parecchi anni. Come vede la Svizzera? Il Ticino? Lugano? Il nuovissimo LAC ? Un fattore vincente nella promozione della Città o… una palla al piede, come affermano certi accaniti oppositori?

AV  Svizzera e Ticino sono due realtà differenti. Questo è il primo dato che balza all’occhio di chi vive su questo territorio e i primi a fartelo vivere sono proprio i “ticinesi” che si sentono svizzeri in quanto non italiani.

Sembra un gioco di parole ma in realtà rappresenta il pensiero “gabbia” di questo territorio. Molto abile nel definire ciò che non è anziché ciò che aspira ad essere. Per questo credo, da coach, molte potenzialità rimangono inespresse. Personalmente amo il Lac e trovo che sia un bellissimo polo di aggregazione artistica e culturale, moderno, funzionale.

Qual è l’atout vincente della Svizzera (ammesso che esista)?

AV  La capacità di contemplare opzioni diverse: lingua, religione, tradizioni, economia…trovo che questo sia il migliore antidoto alla globalizzazione. Se sei forte della tua identità non temi il confronto né la collaborazione.

Esclusiva di Ticinolive