Pubblicato nel GdP e riproposto con il consenso dell’Autore

Passato il guado di metà legislatura, la politica ticinese dovrebbe finalmente decidere cosa fare con i suoi contribuenti. Le possibilità sono solo tre: (1) non far nulla o continuare ad aumentare i prelievi imboscandoli in mille aumenti di tasse, (2) dare un chiaro segnale di svolta e tagliare il prelievio, o (3) con qualche scusa politicamente corretta addirittura dare ulteriori giri alla vite della garrota fiscale a danno di chi produce ricchezza.

Le proposte sul tavolo non mancano affatto. Non sta bene descrivere in dettaglio qui le 12 misure (persone fisiche e imprese, con il testo di legge finale già fatto e finito) del pacchetto fiscale che venerdì 17 febbraio chi scrive ha depositato insieme a Sergio Morisoli, a soli 5 giorni dal voto contro la riforma dell’imposizione delle imprese. Vi sono molti ulteriori atti parlamentari che da anni chiedono riduzioni della pressione fiscale. Quella sulle persone giuridiche, per quanto sempre migliore del nostro vicino meridionale, non si distingue particolarmente da altri Cantoni. Chiediamoci dove le famose imprese ad alto valore aggiunto dovrebbero insediarsi o come vengano trattati gli artigiani e le aziende di famiglia locali. La fiscalità delle persone fisiche è ancor peggio, rimasta al palo dagli anni ’70 e con le aliquote tra le più progressive di Svizzera. Erano i tempi in cui Tizio si faceva politicamente grande togliendo risorse a Caio per girarle a Sempronio, quando tuttavia era difficile muoversi e manco esisteva il Gottardo autostradale. Oggi la mobilità dei contribuenti è ben diversa, tanto che si può fare il pendolare Ticino-Zurigo. È quando si prende questa prospettiva a volo d’uccello sul mondo attorno a noi e sulla storia degli ultimi decenni che diventa palese quanto la sinistra, che attraversa tutti i partiti, sia oggi avara di soldi e disumana, perché non permette più ad ogni donna e uomo di realizzarsi nella propria libertà e di sostenere chi ha bisogno. I lettori attenti si ricorderanno come nel 2015 il Gran Consiglio bocciò la proposta di poter dedurre fiscalmente fino al 50% del reddito quanto donato ad enti caritatevoli.

Azioni politiche sono urgentemente attese, e prima di loro almeno chiari segnali. Settimana prossima il Gran Consiglio dibatterà di due temi fiscali, oltre al Consuntivo 2016. Deputati del Partito socialista, affamati di soldi altrui [tipica provocazione paminiana, brillante; ndR], propongono che i ticinesi con imprese e immobili all’estero paghino su di essi le imposte in Ticino. Vogliamo per esempio attirare qualche abbiente brasiliano da noi? Peccato che lo ammazzeremmo di imposte sia brasiliane sia ticinesi, visto che non vi è nessuna Convenzione contro la doppia imposizione tra Svizzera e Brasile. Gli iniziativisti stessi ammettono che il gettito aumenterebbe di poco, ma la loro stizza contro questa esenzione (che hanno quasi tutti i Cantoni) rimane troppo forte. Poco importa se le Camere federali già hanno dato picche a Marina Carobbio su un’analoga proposta. La seconda proposta è un’iniziativa del 2001 (!) con cui Iris Canonica chiedeva di rivedere al ribasso l’imposizione dei single. Stiamo parlando di circa 145mila persone in Ticino. Il problema di fondo delle differenze di tassazione tra single e coniugi è l’alta progressione delle aliquote. Cantoni con aliquote poco progressive, come Uri, non conoscono questi problemi. Negli anni l’iniziativa è stata tenuta in vita da granconsiglieri di vari partiti, come Fabio Regazzi o Felice Dafond. I liberali sono divisi, e i commissari PPD hanno firmato con riserva il rapporto di Natalia Ferrara che propone di cassare la proposta semplicemente perché mancano soldi. I dibattimenti in aula faranno capire se non sia invece il caso di dare mandato al Governo di iniziare a studiare qualche soluzione. Per esempio l’appiattimento della curva delle aliquote sui redditi, che è il vero problema ticinese e che mitigherebbe pure la discriminazione fiscale dei coniugi del ceto medio con doppio reddito.

Paolo Pamini

AreaLiberale e Istituto Liberale