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Il giornalista Filippo Facci ha pubblicato un anno fa un articolo in cui urlava il suo odio contro l’Islam in tutte le sue espressioni. Ora è stato sospeso dall’Ordine dei giornalisti. E si son scatenate le polemiche. Libertà di opinione sì o no? Certamente sì. Ma non è questo il punto. Un giornalista non è pagato per sfogare le sue rabbie con termini insulsi: così facendo rinnega la sua professionalità. Vada a fare qualcos’altro. Per queste bassezze bastano e avanzano i vomiti umorali su Facebook. Un giornalista è pagato per proporre analisi, approfondimenti, punti di vista ragionati, che contribuiscano al dibattito, non che lo soffochino sotto una pioggia di parolacce che nulla aggiungono alla comprensione della realtà e tutto concedono invece al narcisismo totalmente autoreferenziale. Male ha fatto il direttore a pubblicare quello scritto indecente. Malissimo Facci a scriverlo.

Non condivido il parere di Fabio. Vi sono dei giornalisti che svolgono il ruolo di “opinionisti”: analizzano un problema od un argomento e propongono ai lettori il loro punto di vista. I lettori, poi, ne traggono spunto per le riflessioni personali. Vi è poi la figura del “polemista”, autore di “scritti polemici” volti a scuotere la coscienza e le emozioni dei lettori su argomenti di vario tipo, in genere di pertinenza morale, etica e politica. Il termine polemista deriva dal greco polemistés, combattente. Montanelli, che ho conosciuto personalmente e seguito per decenni, fu cronista, opinionista e polemista. Senza mai scendere nella volgarità – erano tempi diversi – tranciò giudizi feroci in innumerevoli occasioni. Ricordo, solo ad esempio, l’epiteto di “Vedova Nera” che affibbiò alla vedova di Aldo Moro, influente personalità politica italiana assassinata dalle Brigate Rosse. Di lui il buon Indro scrisse che era stato divorato dagli stessi mostri che aveva aiutato a crescere. Lo considerava, inoltre, un disonesto corrotto corruttore, complice e promotore della gigantesca truffa allo Stato Italiano conosciuta come lo “Scandalo dei petroli”. Facci è un opinionista-polemista ed il suo lavoro è scrivere quel che pensa su temi scottanti per l’intera società civile, come innegabilmente sono l’invasione ed il terrorismo islamici in Europa. In altre occasioni si è scagliato con la stessa veemenza contro la corruzione dei politici, i disfunzionamenti dello Stato Italiano, etc… Penso che sia un suo preciso diritto farlo e che i suoi lettori abbiano un altrettanto sacrosanto diritto di leggerlo. Il diritto d’opinione e quello d’espressione sono, infatti, le basi fondamentali della democrazia. Che poi vengano sistematicamente violate anche da noi, ma solo quando a parlare sono gli avversari del buonismo globalista ed immigrazionista, non costituisce certo una ragione di consolazione. Quanto, poi, dietro a queste censure vi sia il Potere con i suoi calcoli ed interessi, è spiegato bene nell’inchiesta che il CdT ha pubblicato oggi, in cui si descrive la sistematica censura applicata dal governo tedesco alle notizie relative al terrorismo islamico e l’immigrazione illegale.