L’attentato di Sarajevo, il 28 giugno 2014, venne perpetrato contro l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d’Austria-Ungheria, e sua moglie Sofia durante una visita ufficiale nella città bosniaca.
L’arciduca e sua moglie furono uccisi dal 19enne Gavrilo Princip, un membro della Mlada Bosna (Giovane Bosnia), un gruppo politico che mirava all’unificazione di tutti gli jugoslavi
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L'arciduca e sua moglie
L’arciduca e sua moglie

Il gesto fu assunto dal governo di Vienna come il casus belli che diede formalmente inizio alla Prima guerra mondiale.

Dopo appena un mese, il 28 luglio 1914, l’Austria-Ungheria dichiarò guerra alla Serbia.
Il conflitto sarebbe stato senza precedenti nella Storia e avrebbe richiesto la mobilitazione di oltre 70 milioni di uomini, avrebbe causato la morte di oltre 9 milioni di soldati e di almeno 5 milioni di civili.

28 giugno 1914 : l'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Austria e dell'arciduchessa Sofia - illustrazione de Le Petit Journal del 12 luglio 1914
28 giugno 1914 : l’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando d’Austria e dell’arciduchessa Sofia – illustrazione de Le Petit Journal del 12 luglio 1914

Fu Princip a sparare i colpi mortali, ma all’attentato parteciparono altri cinque uomini. Il gruppo era armato di pistole e bombe fornite da una società segreta, la Mano Nera, che aveva anche molti sostenitori tra gli ufficiali serbi e i funzionari del governo.
L’obiettivo della Mano Nera era creare uno stato indipendente slavo guidato dalla Serbia, che riunisse anche i territori della Bosnia ed Erzegovina, assorbiti nella sfera austriaca a seguito del Congresso di Berlino nel giugno del 1878 e quelli croati.

L’arciduca Francesco Ferdinando era un ostacolo, in quanto era uno dei principali sostenitori del progetto che prevedeva la creazione all’interno dell’impero asburgico di un terzo polo nazionale slavo accanto a quelli tedesco e magiaro. Da qui la necessità di eliminarlo.