Sulle stesse domande proposte a Galeazzi si cimenta ora Diego Zanoni, esperto di aviazione, già intervistato da Ticinolive. Lo stile di Zanoni mi piace; è sbrigativo, businesslike e può sembrare un po’ cinico.

Beh, forse un pizzico di cinismo non guasta.

Io sono un tipo pacifico ma certe cose mi lasciano veramente perplesso. Le cose vanno storte (così pare a tutti, o quasi) e tutto quel che si sente dire in giro è “iniettiamo altri soldi, che magari qualcosa succederà”. È forse un po’ cattivella, ma io replicherei guardando il mio ipotetico interlocutore dritto nelle palle degli occhi: “Tu lo faresti, se i soldi fossero i tuoi?”

Un’intervista di Francesco De Maria.

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Francesco De Maria  La Darwin è stata venduta e non è più ticinese. Una notizia positiva?

Diego Zanoni  La Darwin è sempre stata una Azienda Ticinese, lo impone la legge Elvetica. Un socio straniero non può detenere più del 33%. Se però, pur avendo la minoranza è il solo che ha liquidità allora la proprietà è Ticinese ma chi comanda è il socio. Il business non è Nazionalismo ma soldi e profitto.

Che cosa sta dietro questo ennesimo colpo di scena? Perché la Darwin, come impresa ticinese, ha dovuto arrendersi?

Perché la libertà di azione per una Aerolinea è più importante della liquidità e gli Arabi hanno un concetto piuttosto singolare della libertà, Alitalia docet. Poi erano pesantente ostracizzati da Lufthansa/Swiss acerrimi nemici. Nella vastità degli interessi politici in ballo Darwin rappresentava meno di niente.

Diciamo qualcosa sulla compagnia slovena acquirente Adria Airways. È affidabile? Offre prospettive per Lugano? Avrà Lugano tra le sue priorità?

Almeno non è odiata dai Tedeschi padroni dei dei cieli ed è di loro proprietà anzi è di proprietà di un fondo tedesco. Se Darwin cercava un socio protettore e ben piazzato, andare sul made in Germany potrebbe essere stata una mossa astuta. Per quanto riguarda i benefici su Lugano non dipende da Darwin o da Ethiad e neppure da Adria. Sono compagnie aeree e ragionano per profitto, non è la Fondazione aiutiamo Lugano. Dipenderà dalle grandezza delle palle dei manager che il Comune metterà in campo.

Abbiamo assistito ieri alla sequenza delle solite dichiarazioni ottimistiche (alle quali siamo ben abituati). Questo ottimismo ha un fondamento solido? O è un esercizio “di facciata”?

L’ottimista ama la vita mentre il pessimista la conosce.
Se hai stipendi e liquidazioni da sogno la vita è meravigliosa.

Oggi (direi per la prima volta) il Corriere del Ticino manifesta i suoi dubbi sul futuro dell’aeroporto. Addirittura scrive: “Decollano i dubbi” e “Il piano di rilancio traballa”… Un segnale inquietante?

Il CdT e non solo lui, sulla questione dell’aeroporto ha sempre riportato la notizia senza mai approfondire la questione. Se ha manifestato dubbi vuole dire che ormai si hanno certezze e sulle certezze si hanno responsabilità nella informazione.

Il timing circa l’eventuale approvazione del “messaggio da 20 milioni” da parte del Consiglio comunale è stato modificato? Se sì, in che modo?

Bene [interpreto come: approvo il posticipo, ndR] Coi soldi tuoi ci fai quello che vuoi con quelli pubblici devi agire con saggezza e competenza.

Al di là del timing, guardiamo ai contenuti. Il piano di rilancio può salvare Lugano Airport, o saranno ulteriori milioni (del contribuente) gettati nella fornace?

Come ho già detto prima di rilanciare qualche cosa devi sapere dove andare. Devi conoscere il mercato e le sue evoluzioni e devi avere manager scelti per la loro competenza e non per la loro fedeltà. Il piano di rilancio non l’ho trovato da nessuna parte e neppure gli studi sull’impatto ambientale. Di che cosa continuiamo a parlare?

Esclusiva di Ticinolive