Sull’aeroporto MARTINO ROSSI è considerato il massimo esperto nel fronte della sinistra. I maligni insinuano che scriva anche gli interventi dei consiglieri comunali; noi non ne sappiamo nulla. Dopo il voto di lunedì nel parlamento cittadino (vittoria momentanea ma chiara del Sindaco) tira aria di referendum comunale: il PS decide sabato.

Una domanda abbastanza obbligata. PLR e PPD hanno (alla fine) approvato il Rapporto di Lega e UDC (in sostanza il messaggio municipale, con gli aggiustamenti del 4 novembre). In caso di ricorso al popolo, sosterranno la posizione di Lega e UDC contro l’assalto del fronte rossoverde? Dopo il voto di lunedì sera dei decantati “paletti” non resta più traccia!

Gli ultimi tre anni sono stati ricchi di avvenimenti (quasi soltanto disastrosi, lo diciamo senza alcuna Schadenfreude). Tornare indietro, recuperare un documento per fare il punto e confrontare due situazioni abbastanza vicine nel tempo può risultare un esercizio illuminante.

Questa intervista a Martino Rossi è del 29 luglio 2017.

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Un aeroporto perennemente immerso nelle nebbie artificiali

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Martino Rossi, socialista tutto d’un pezzo, sull’aeroporto non fa sconti a nessuno. Molto preciso, direi puntiglioso, in particolare sui numeri; si vede che ha studiato a fondo l’argomento. Estremamente convinto, molto più radicale di Galeazzi, che si mostra tutto sommato possibilista (pretendendo però in cambio un’informazione esaustiva).

Le varie interviste che Ticinolive ha pubblicato sul tema hanno “privilegiato” una delle due parti in conflitto. Ciò è dipeso principalmente dal fatto che l’invito rivolto dalla Redazione ai sostenitori del Messaggio e dell’aiuto pubblico a Lugano Airport (poiché di questo si tratta) è caduto nel vuoto.

Ticinolive spera di poter “correggere” questo evidente squilibrio nei prossimi giorni (e ha buone ragioni per sperarlo).

Un’intervista di Francesco De Maria.

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Francesco De Maria  Il presidente Bianchi (sul CdT) non esita a parlare di… alleanza “contro natura” tra PS e UDC. La tormentata vicenda dell’aeroporto può produrre simili miracoli? Vi siete coordinati? O per lo meno concertati?

Martino Rossi  La divagazione di Bianchi, con tutto il rispetto, è aneddotica e non compensa la povertà di contenuti della sua intervista (per altro benvenuta perché il presidente del CdA di LASA, parafrasando Giuliano Bignasca, potrebbe essere chiamato Emilio “pesce rosso” Bianchi). Sul CdT del 28 luglio, il capogruppo UDC nel CC di Lugano sottolinea la distanza fra le loro posizioni e quelle del PS sul tema aeroporto. Tuttavia, non da oggi, un terreno occasionale d’incontro con l’UDC è la richiesta di quel rigore e di quella trasparenza che fanno sovente difetto al Municipio di Lugano. Questo è particolarmente vero per l’aeroporto, perennemente immerso nelle nebbie artificiali dei fumogeni che partono da Palazzo civico e non solo.

Posso chiederle di definire con precisione la posizione del PS luganese su Lugano Airport?

MR  Non sono il portavoce della Sezione di Lugano e non sono più, dopo 12 anni, il capogruppo PS in CC. Posso però rispondere alla sua domanda con le citazioni seguenti. Il programma di legislatura 2016-2020 del PS di Lugano dice testualmente “No ad ulteriori sperperi finanziari per l’Aeroporto di Agno, che con Alptransit e il collegamento ferroviario a Malpensa diventerà ancora meno attrattivo”. Quello della legislatura 2013-2016 diceva, in modo più articolato, la stessa cosa, respingeva l’investimento di 70 milioni di fr. ipotizzato da LASA per un ipotetico rilancio, e concludeva con queste parole: “Chiediamo che si valutino le alternative, senza tabù: mantenimento ad Agno della sola aviazione privata; chiusura dell’aeroporto e nuova destinazione dell’immenso terreno, proprietà della Città”. Nell’intervento di entrata in materia sul preventivo 2016 della Città, allora ero capogruppo del PS, ribadivo che “Lugano Airport SA, come noto, è da 10 anni un centro di costo per la città e lo rimarrà (…). Ricordiamo poi che LASA occupa 37 ettari di terreno che condizionano pesantemente lo sviluppo del Piano del Vedeggio (…) Ma il Municipio non si sogna neppure di delineare una strategia d’uscita, bensì promette dal 2011 un progetto di rilancio…”. Nel 2014, il PS di Lugano e quelli di diversi comuni del Piano del Vedeggio avevano organizzato un Workshop, con un economista, un geografo, un pianificatore, dal titolo emblematico: “Se l’aeroporto di Lugano-Agno dovesse chiudere, quale destinazione d’uso di quell’area?” Infine, la posizione socialista sull’aeroporto era stata presentata ampiamente nel CC di Lugano del 29.11.11, in occasione del dibattito sul  messaggio municipale che chiedeva 3,15 milioni di fr. per ricapitalizzare la SA, 2,0 milioni per “misure transitorie a sostegno della gestione per gli anni 2011-2013”, 2,037 milioni per coprire l’onere degli affitti che LASA deve alla città “limitatamente al triennio 2011-2013” (ma, in parte, proseguono tutt’ora…), 1,950 milioni per l’acquisto di veicoli di servizio per LASA. Ricordo solo un punto di quella posizione. Denunciavamo l’assenza di uno straccio di prova a sostegno del mantra sull’aeroporto “irrinunciabile” per la piazza finanziaria, il terziario avanzato e l’industria innovativa. Non uno studio, ma una “prova dell’atto”, come quella che si chiede agli obiettori di coscienza per verificarne la sincerità. Una “prova” che consisterebbe in una consistente disponibilità del Cantone, dei comuni del Luganese (Ente Regionale di Sviluppo), dei privati (banche e imprese del Ticino e della Regio Insubrica) a investire capitali nel mantenimento e nello sviluppo dell’aeroporto. Oppure, la disponibilità di chi lo utilizza a coprirne i costi. “In assenza di tale prova dell’atto – dicevamo – le parole altisonanti sono solo aria fritta”.

Domanda brutale. Il PS si spinge sino a prendere in considerazione la chiusura dell’aeroporto? Con quali modalità essa potrebbe avvenire?

MR  Certo che sì (vedi risposta precedente). Le modalità sono una questione tecnica, prima occorre il consenso politico, che è lungi dall’essere acquisito. L’aeroporto è per alcuni una questione di fede, o di orgoglio e vanità, non di valutazione razionale dei costi e benefici (economico-finanziari, sociali e territoriali-ambientali), compresi quelli che gli economisti chiamano i “costi di opportunità”: la differenza fra il rapporto costi-benefici del rilancio dell’aeroporto e quello del migliore fra i progetti alternativi, che comune e cantone si ostinano a non voler studiare e valutare.

Può descrivermi con precisione il contenuto del famoso “Messaggio da 20 milioni”? Per quale ragione esso riveste un ruolo fondamentale nel rilancio di Lugano Airport?

MR  L’ho fatto in un articolo del CdT del 31.05.17. Ne riprendo una parte. Il municipio propone di stanziare 6 milioni affinché la città costruisca due hangar i cui benefici (affitti) andranno alla SA, non alla città (si tratta dunque di un nuovo sussidio), e di stanziarne altri 14 per comperare terreni privati dentro il perimetro aeroportuale per poi cederli in diritto di superficie a una società immobiliare privata, che non c’è ancora. Per far cosa? Per rifare il terminal passeggeri, da affittare a LASA, e gli spazi commerciali (ristorazione e negozi) da affittare a privati. Scopo? Rendere l’aeroporto più attrattivo e funzionale e incrementare i passeggeri con nuove linee, da cui dovrebbe risultare finalmente la capacità di LASA di chiudere in nero i suoi conti annuali. I passeggeri dovrebbero raggiungere nel 2026 le 375’000 unità (+119% rispetto a oggi!), grazie a nuove linee su Roma, Düsseldorf, Parigi, Londra, Monaco, Vienna, Corsica. In questo scenario idilliaco, dal 2021 al 2026 la città incasserebbe dalla società immobiliare 6,5 mio. fr., LASA pagherebbe alla Immobiliare 7,3 mio. di affitti per gli spazi da lei utilizzati, ma riuscirebbe tuttavia a conseguire utili di 1,8 mio. in tutto. Il piccolo problema è che il Municipio stesso non ci crede. Si dice consapevole della difficoltà di garantire le nuove rotte nei tempi previsti dal “Business Plan” di LASA, e ripiega verso uno scenario più “conservativo”: aumento dell’1,8% annuo dei passeggeri attuali, più quelli di una nuova linea su Roma e sulla Corsica. In questo scenario, poiché LASA dovrebbe comunque pagare agli investitori immobiliari i medesimi affitti, nel 2021-26 accumulerebbe 7,4 mio. fr. di perdite. Allora la città interverrebbe condonando la quasi totalità dei diritti di superficie che l’Immobiliare dovrebbe pagarle, e questa, nella medesima misura, sconterebbe gli affitti che LASA dovrebbe pagare a lei. Gli investitori immobiliari non perdono un centesimo, la città perderebbe 6,2 mio. fr., e LASA non riuscirebbe comunque a pareggiare i conti: in quei 6 anni accumulerebbe 1,2 mio. di disavanzi.

L’acquisto di terreni è l’elemento di maggior rilievo nel Messaggio? A quali condizioni avverrebbe l’acquisto? Chi sarebbero i venditori (cioè, in pratica, gli espropriati)? Il prezzo previsto è a Suo giudizio equo?

MR  A parte la costruzione di due hangar, l’acquisto dei terreni è il solo aspetto concreto, per altro in salita perché i proprietari non accettano il prezzo offerto e si opporranno all’esproprio. Il prezzo d’acquisto ipotizzato nel messaggio è di 197 fr. al mq. Il valore stimato dei terreni già posseduti dalla città dentro il perimetro dell’aeroporto è di 188 fr. al mq., ma sono in gran parte i terreni a prato, o cementificati, occupati dalle piste. Lascio agli specialisti (o ai tribunali…) il compito di valutare l’ ”equità” di quei 9 fr. al mq in più offerto ai privati “espropriandi”.

Alla luce dei recentissimi, tumultuosi sviluppi, è opportuno che il Messaggio “slitti”? Il PS contempla l’ipotesi che esso venga ritirato?

MR  Quel messaggio, promesso nel 2011 e arrivato solo nel 2017, non risponde alle attese: non contiene prospettive credibili per il rilancio dell’aeroporto e la sua futura autosufficienza finanziaria, non vi sono evidenze che esistano i mitici privati che investirebbero nel rinnovo delle infrastrutture aeroportuali, non vi è documentato (perché non esiste…) l’interesse concreto del Cantone, dei comuni del Vedeggio e del Luganese, nonché dell’economia ticinese, a contribuire finanziariamente all’ipotetico rilancio dell’aeroporto, assumendone una parte dei rischi. Per me, quel messaggio è da ritirare.

Come valuta l’operato complessivo del direttor Sozzi? Doveva fare l’impossibile e non ci è riuscito? Che cosa pensa della sua cospicua “buonuscita”?

MR  Non penso niente della sua buonuscita, che non conosco. Nessun direttore è capace di “fare l’impossibile”. Alcuni dicono che ha lavorato bene, ma sicuramente in alcuni punti il bilancio è negativo: il clima di lavoro deteriorato (che sembra essere la ragione principale della sua partenza); il suo programma di rilancio da 70 milioni di fr., del 2011, che non è stato preso sul serio da nessuno; l’operazione Minoan Air (nuova compagnia che doveva volare su Roma e su Vienna), cui LASA ha concesso un contributo esorbitante ma che se n’è andata dopo due mesi con un bilancio fallimentare e lasciando una voragine nei conti di LASA.

Su LiberaTV l’ex patron di Darwin (Maurizio Merlo) promuove una specie di “autocandidatura” alla direzione dell’aeroporto, manifestamente sponsorizzata dalla redazione. Un valido candidato per un futuro migliore?

MR  Un Merlo non fa primavera…

Due personalità politiche di gran peso (il Sindaco e il consigliere di Stato Zali) siedono nel CdA. Le vede come presenze obbligate o, più modestamente, utili? Che direzione dànno alla barca in questi tempi di gran tempesta?

MR  Zali sembra che non partecipi neppure alle riunioni. È più preoccupato della sua variante preferita di circonvallazione Agno-Bioggio: dentro il perimetro dell’aeroporto, sulla sponda destra del Vedeggio, parallela alla pista. Verosimilmente l’Ufficio federale dell’aviazione civile non la vorrà, o pretenderà che sia interrata, con costi supplementari molto cospicui. Quanto al Sindaco, un municipale di Lugano, per statuto, deve essere membro del CdA. Non mi sembra vi sia la corsa a occupare quella poltrona, e la Pepa Tencia è rimasta nelle mani del Sindaco.

Qual è la Sua opinione sulla lottizzazione (3-2-1-1) del CdA? 1) Ideale  2) Triste ma inevitabile  3) Dannosa e assolutamente evitabile  4) Altro…

MR  Non mi piace il manuale Cencelli. Una procedura alternativa efficace di nomina dei consigli direttivi di organi para-comunali non è ancora stata trovata, come ha dimostrato la triste vicenda del LAC. Forse bisognerebbe fare come a livello cantonale per la nomina dei Magistrati: l’idoneità delle candidature è vagliata da una commissione di esperti che formula poi le sue raccomandazioni al CC: e questo avrà l’ultima parola.

Tra cinque anni Martino Rossi e Francesco De Maria (che si conoscono da sempre) si recheranno ad Agno nei pressi della Migros e della Perla. Che cosa troveranno?

MR  Speriamo almeno un bar per prendere un caffè assieme!

Esclusiva di Ticinolive

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Ritorno al presente. Ieri 26 novembre 2019 Martino Rossi ha scritto:

“Lugano Airport. Allucinante il dibattito di ieri al consiglio comunale (CC) di Lugano. Come noto, non ci sono più voli di linea a Lugano-Agno e un gruppo di privati propone di assumere costi e rischi di ciò che resta (voli privati, business, scuola di volo) sgravando l’ente pubblico che ha già investito invano 40 milioni di fr. nell’aeroporto dal 2006 ad oggi. Con l’arroganza che lo distingue, Boris Bignasca (LT) ha affermato che accogliere l’offerta dei privati significherebbe volere “un aeroporto per i ricchi” e ha lasciato credere, come molti altri, che votare la ricapitalizzazione di LASA (6 mio fr. dei contribuenti) significa salvare l’impiego dei dipendenti che non hanno più lavoro dopo la soppressione del collegamento di linea Lugano-Zurigo (88’000 passeggeri nel 2018). E il sindaco (LT anche lui) si è guardato bene dal comunicare ciò che il Municipio ha scritto il 6 novembre alla Commissione della gestione del CC.” (… …)

Ticinolive continuerà a seguire questa vicenda, così importante (e anche grave) per la Città con la massima attenzione. Il portale sarà lieto di dare la parola (se la desiderano) al Sindaco, o a Boris Bignasca, o a Lukas Bernasconi (nostro ex alunno).