Vittorio Feltri durante l'incontro: "Festa per il caro amico Silvio - Libera adunata dei servi del Cav." , oggi 8 giugno al Teatro Capranica a Roma. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

Avvertenza. Si tratta di un articolo estremamente duro e Super Politicamente Scorretto, firmato da un famoso giornalista. I Buonisti urleranno con quanto fiato hanno in gola. Ma questo turpe mercato “dei 35 euro” e l’ipocrisia avida e disumana di chi lucra sulla pelle degli Illusi Disperati non possono essere passati sotto silenzio.

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Lo sapevamo già, ma adesso è ufficiale: i finti buonisti delle organizzazioni non governative (ci mancherebbe solo che fossero governative) corrono a salvare i migranti in mare per arricchirsi. Infatti sono d’ accordo con gli scafisti i quali porgono loro su un piatto d’ argento migliaia di disperati, che poi vengono smerciati nel Belpaese a buon prezzo e consentono alla filiera dei malandrini sfruttatori di guadagnare somme rilevanti. D’altronde anche la bontà e la generosità non sono gratis.

Le navi addette alla pesca dei fuggiaschi non si muovono per spirito di carità bensì in base a calcoli di convenienza. Gli africani non scappano da nessuna guerra, figuriamoci. Sono incoraggiati a venire qui da una martellante pubblicità. Le televisioni del Continente nero predicano ogni dì: andate in Italia, sarete accolti a braccia aperte, nutriti e coccolati, poco lavoro e tanti soldi. In effetti cantano: «non pago affitto, non faccio opraio, scopiamo fighe bianche». [Allusione alle rivoltanti canzoni del rapper Bello Figo, ndR]

Evviva. Essi, ingenui per posa, partono investendo denaro per essere trasportati e quando giungono sulla penisola sono presi in consegna dalle cooperative, molte cattoliche, che incassano dallo Stato 35 euro per ogni individuo ospitato. Fate il conto. Dato che gli stranieri sono milioni ormai, ballano cifre spaventose. Se si calcola che solo 3 euro e mezzo sono destinati quotidianamente agli sfigati, e che il rimanente finisce in tasca ai citati buonisti, i quali forniscono baracche e una mensa che distribuisce pasta scotta, si tratta di un business pazzesco a cui gli affaristi travestiti da angeli non vogliono rinunciare. Non c’ è nulla quanto le palanche che intenerisca i cuori dei bastardi che agiscono in nome di nobili sentimenti e per scopi terra terra. Questa, al di là di ogni ipocrisia usata per intenerire papa Bergoglio, è la cruda realtà. Dei profughi non interessa un cavolo a nessuno se non quale occasione ghiotta onde accumulare quattrini con irrisoria facilità.

Il nostro governo di sinistra, non potendo scontentare i farabutti che si spacciano per anime candide, chiude entrambi gli occhi e asseconda le loro pretese di passare per samaritani pietosi. Il risultato è evidente. Il Paese è continuamente invaso da orde di ragazzoni provenienti dalla savana e il povero Minniti, ministro dell’ Interno, si sbatte in solitudine per risolvere un problema che non è nemmeno un problema, bensì una tragedia.

Sorvoliamo sulle vicende libiche che ci fanno venire l’ orchite. Abbiamo contribuito a far secco Gheddafi in omaggio alle (gelide) primavere arabe, e ora ce ne pentiamo perché, eliminato il rais, le cose sono peggiorate. L’ Italia è diventata una discarica africana gestita da gente incapace di prendere l’unica decisione seria, cioè simile a quella adottata da altre nazioni europee: chiudere le frontiere, mandando al diavolo i pescatori di neri e dicendo apertis verbis che dal primo di ottobre eviteremo di salvare alcuno per mancanza di mezzi e di spazio dove accoglierlo.

Avanti di questo passo saremo una dépendance dell’ Africa. Fessi noi che stiamo al perfido gioco dei negrieri da superattico.

Vittorio Feltri