L’Uruguay, già alla prima settimana di legalizzazione, si trova ad affrontare una mancanza di cannabis a fronte di un’eccessiva richiesta da parte dei consumatori.

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La domanda ha abbondantemente superato l’offerta sul mercato della cannabis in Uruguay, aperto recentemente alla legalizzazione.

È bastato un giorno a dar fondo alle scorte disponibili nei negozi autorizzati alla vendita. Secondo i quotidiani locali, i consumatori hanno preso d’assalto le quattro farmacie di Montevideo autorizzate a vendere cannabis, lasciandole con i magazzini vuoti. In tutto il paese esistono 16 farmacie autorizzate alla vendita di cannabis.

Adesso, le farmacie della capitale, per la terza volta in una settimana, hanno richiesto urgentemente di ricostituire le scorte. Nel frattempo, un altra decina di farmacie ha richiesto la licenza per poter vendere il prodotto tanto richiesto.

Già dal primo giorno si sono formate lunghe file davanti alle farmacie, anche a causa del malfunzionamento dei software per il riconoscimento dei consumatori. Come ha riportato il quotidiano El Observador, già dal primo giorno si sono formate lunghe file davanti alle farmacie, anche a causa del malfunzionamento dei software per il riconoscimento dei consumatori, che dovevano precedentemente registrarsi.

Il sistema messo in atto dal governo in Uruguay, prevede una limitazione per i consumatori, che impone un massimo di acquisto di 40 grammi al mese. Inoltre, attualmente, i rivenditori di cannabis possono vendere confezioni da 5 grammi, al prezzo di 1,30 dollari per grammo. Presto, dovrebbero arrivare anche contenitori da 10 grammi.

Dall’entrata in vigore della nuova legge sulla legalizzazione, il 19 luglio, attraverso il rigoroso sistema di distribuzione sono stati venduti 35 chilogrammi di cannabis.

L’Uruguay è stato uno dei primi paesi a legalizzare la coltivazione e il consumo di marijuana a scopo ricreativo, con una discussa legge approvata nel 2013, ma ci sono voluti anni prima di stabilire le regole per la vendita nelle farmacie e per l’entrata in vigore della legge.

La situazione in Uruguay è seguita con grande attenzione da parte di investitori e consumatori di tutto il mondo. In Canada, per esempio, dove il prossimo anno dovrebbero essere introdotta la legalizzazione, si prevede un altro boom, con una domanda che potrebbe superare di gran lunga l’offerta.

Claudio Martinotti Doria