Ci può essere una sola Karen Settman – Il crimine di esistere

Anno 2070, America – per contrastare l’alto tasso di natalità e combattere la tragica carenza di risorse di acqua e cibo (si mangiano i ratti) è proibito avere più di un figlio per questo i fratelli in eccesso vengono sedati per poi essere cremati. I bambini, comunque, nascono tutti in vitro. Per ogni essere umano c’è un microchip che ne certifica l’identità e l’unicità. Un nonno di 7 bambine rifiuta di consegnarle all’esecutore. Fabbrica per loro 7 microchip uguali e un nascondiglio dove, in caso di controllo della polizia, le altre 6 possano sparire. Ed esse crescono, nascoste nella soffitta di un grattacielo, con una sola identità per tutte e 7, che “indossano” un giorno a testa.

L’identità è una parrucca nera, un tailleur blu, una falange tagliata. Si chiama Karen Settman, ha un fidanzato, un lavoro, sette anime. Quando tuttavia le ragazze sono nella soffitta, ognuna può tornare ad essere se’ stessa: da quella con la passione per il pugilato, da quella con gli occhiali e i capelli lunghi, dalla rossa alla bionda. Ognuna di esse ha un nome, in segreto: quello del giorno in cui le è permesso uscire. Dall’esuberante Monday alla dolce Sunday.

Quando tuttavia Lunedì, scompare per le altre 6 ragazze inizia la guerra: se una muore, tutte devono morire. Poiché di Karen Settman ce n’è una sola. Anzi, nessuna.

Azione mozzafiato, il sangue scorre copioso. C’è pure sesso e amore. Ma soprattutto spari ed esplosioni, corsa contro il tempo, per fuggire dalla polizia, che imputa alle “criminali” il crimine di esistere.

CF