Il flusso migratorio che ormai da qualche anno coinvolge l’Africa e l’Europa non si ferma e provoca centinaia di vittime. Tra i territori dove la tensione si avverte di più c’è senz’altro il cosiddetto muro di Ceuta che separa l’enclave spagnola, che comprende le città di Ceuta e Melilla, dal resto del Marocco. Il muro è una barriera fisica di circa 6 metri di altezza continuamente illuminata e sorvegliata dalla polizia. Ai tempi della costruzione il Marocco era contrario in quanto considerava Ceuta parte del proprio territorio occupato ma il muro si costruì lo stesso allo scopo di limitare l’immigrazione e il contrabbando. Gli oppositori della barriera stimano che finora essa abbia provocato la morte 4mila persone.

Proprio ieri il muro di Ceuta è stato nuovamente preso d’assalto da più di 700 migranti dell’Africa subsahariana ma sono stati fermati dalla polizia marocchina prima ancora di arrivare alla vera e propria barriera. SI tratta del secondo tentativo, il primo era avvenuto martedì e anche in quel caso le 1000 persone erano state respinte dalle forze dell’ordine dei due paesi. 200 persone sono state arrestate mentre gli altri sono fuggiti in mezzo alle colline vicine, probabilmente per ripetere il tentativo.

Lunedì invece circa 187 migranti erano riusciti a entrare nel territorio spagnolo dopo aver sfondato correndo compatti il valico di Ceuta Tarajal che, in seguito a questi avvenimenti, è stato chiuso anche per il traffico di merci. In questo modo le autorità possono concentrare tutte le forze sulla difesa del muro.