L’Imam di Ripoll? L’artefice della Strage di Barcellona e di altri attentati islamisti

Sarebbe esploso in un palazzo, maneggiando bombe, mercoledì notte ad Alcanar

Abdelbaki Es Satty, il primo Imam di un paese sui Pirenei dalla millenaria tradizione cristiana, che un imam non l’aveva mai avuto, si era presentato come un uomo schivo e taciturno, tutto “casa-moschea”. Era arrivato nel 2014 da Tangeri, da solo. 900 euro al mese, l’impiego di guidare la comunità mussulmana di Annour.

Barcellona piange le vittime del terrorismo

Una moglie, nove figli, nessun computer. Sarebbe stato lui, secondo gli investigatori che ormai non hanno più dubbio, il regista dell’attentato terrorista di Barcellona. 10 su 12 terroristi della strage vengono da Ripoll.

Dietro la storia del “mussulmano ordinario” ecco apparire quella del “terrorista ordinario”

L’appartamento del terrorista

Era stato Imam nella moschea salafita di Tetouan, in Marocco. Era già stato in Spagna nel 2012, ove era stato incarcerato, a Castellon, per un reato relativo all’immigrazione.  Lì, avrebbe avuto contatti coi terroristi ivi detenuti per l’attentato di matrice di Al Qaeda detenuti per l’attentato alla stazione di Atocha nel 2004.

Nel 2015 avrebbe predicato a Bruxelles. Poi era tornato nel centro storico di Ripoll, dividendo la stanza con un coinquilino marocchino, che adesso afferma di non avergli quasi mai parlato.

Ora, tutti i riflettori sono puntati sulla moschea di Carrer de Sant Bertomeu, il cui presidente, Ali Yassine, a parole si dissocia dall’azione di Es Satty. Lì, in quel centro islamico, 10 giovani stragisti preparavano l’attentato islamico, che ha sconvolto l’Europa. E lo hanno fatto con la scusa della preghiera, sotto gli occhi di tutti.