Tre battaglie che sancirono l’inizio della presa di coscienza dell’Europa, che decise di difendere se stessa. Cosa che oggi, forse, non sarebbe più possibile. 

Cumpainz Rollant, sonez votre olifan,

Si l’orrat Carles, ki est as porz passant,

Je vos plevis, ja returnerent Franc.

I versi più evocativi della Chanson de Roland (XI secolo) raccontano, in francese romanzo, l’eroica morte del conte palatino Roland, dopo uno strenuo combattimento a Roncisvalle.L’episodio narrato risale al 778 quando i mussulmani di Spagna, noti ai Franchi come Mori o Saraceni, giunsero a minacciare persino le frontiere della Gallia meridionale. Carlo Magno,  con prudenza e abilità militare, riuscì a proteggere quelle frontiere con una “marca” difensiva. Tra l’801 e l’813 conquistò la Navarra e la Catalogna che, con capitale Barcellona, costituirono la Marca Hispanica.

La battaglia di Poitiers

L’invasione islamica era iniziata ai primordi del VII secolo, quando gli Arabi, dopo aver conquistato tutta l’Africa settentrionale (fino ad allora cristiana) e dopo averne massacrato l’intera popolazione ebraica e cristiana, aveva iniziato, nel 711, la conquista della penisola Iberica. Il Regno Visigoto, che pure in quegli anni aveva iniziato un rinnovamento sociale e culturale attuatosi con la fusione dell’aristocrazia visigota e quella romana-iberica e concretizzatosi nella raccolta giuridica del Liber Iudiciorum, fu miseramente spazzato via dagli invasori arabi. I mussulmani fecero della Spagna la base principale dei loro attacchi all’Occidente.

Nel 721 ebbe inizio l’invasione islamica della Francia.

Fortunatamente in quegli stessi anni, in quello che sarebbe poi divenuto il Regno Franco, andava imponendosi la famiglia dei Pipinidi, sotto l’egida di Pipino di Heristal, il cui successivo esponente, Carlo Martello riuscì nel 732 a Poitiers a fermare l’espansione islamica in Europa.

Gli invasori islamici che si erano spinti sin in Neustria (appena sotto l’attuale Bretagna) e oltre i confini settentrionali della Burgundia, furono ricacciati indietro dalle truppe franche le quali permisero così all’Europa di preservare la propria identità cristiana e di conservare i progressi sociali e culturali ottenuti lungo tutta la storia dell’Occidente fino a quel momento.

A Carlo Martello successe Pipino il Breve, stretto alleato del Papato e padre di Carlo Magno. Nonno e nipote, guerrieri franchi, ai quali dobbiamo moltissimo, che ci permisero di poter vivere, fino ai nostri giorni, liberamente cristiani.

Ma l’avanzata islamica non si arrestò con la suddetta vittoria carolingia, tra l’801 e l’813.

Pseudo storici dal sapere accademico fecero (e faranno) puntigliosamente notare come la Retroguardia di Carlo Magno, di ritorno da Saragozza, fu attaccata da pastori dai pastori baschi, e non da saraceni. Vero, ma il motivo per il quale, due secoli più tardi i compositori delle canzoni di gesta trasformarono i baschi in saraceni e la retroguardia in una “crociata ante litteram” portatrice dei valori cristiani e cavallereschi, fu il fatto che gli attacchi mussulmani, proprio nel XI secolo, ripresero a minacciare l’occidente.

Le incursioni delle bande di saraceni (di varia origine etnica ma tutti di fede mussulmana) facevano razzia di viveri e oggetti di valore ma soprattutto di uomini e donne da vendere come schiavi nel mondo arabo.

Conquistata interamente, tra l’827 e il 902 l’Italia meridionale, i Saraceni, spintisi fino a Ostia arrivarono a isolare completamente la Corsica e la Sardegna e nel 890 si insediarono a Frassineto  (in Provenza!) facendone una base fortificata inespugnabile, dalla quale partivano, continuamente, per incursioni nelle valli alpine e nella pianura padana. Solo nel 973 Frassineto fu espugnata  e le Alpi occidentali poterono ritrovare la libertà grazie agli interventi militari congiunti del conte di Provenza e del Marchese di Torino.

Nel Centro e nel Meridione solo grazie all’alleanza di Bisanzio, Pisa e Venezia, i mussulmani furono respinti. Successivamente contribuirono alla difesa occidentale anche i Normanni, infliggendo pesanti sconfitte agli arabi.

Ma la lotta contro l’espansione islamica, fermata in occidente grazie alle alleanze tra il mondo normanno, l’oriente bizantino, le repubbliche marinare e i cavalieri provenzali e delle Alpi, era solo all’inizio. I cristiani orientali, infatti, perivano continuamente sotto le sciabole arabe.

Dopo Poitiers, Roncisvalle e Frassineto, sarebbe infatti stato necessario l’intervento congiunto di tutta la cristianità, la mobilitazione armata dell’Europa intera, che si sarebbe attuato neanche un secolo dopo, nel 1095 con la proclamazione delle Crociate.

Chantal Fantuzzi