Il primo giorno di scuola non è di certo tra i più tranquilli nel luganese, dove qualche giorno fa è scoppiata una vera e propria guerra dei bus tra il DECS e le Autolinee regionali luganesi (ARL) che si sono visti escludere dal servizio di trasporto scolastico di Pregassona.

La ragione di tale repentina esclusione (ARL offriva il servizio dal 1970) è la mancanza di un contratto collettivo per i dipendenti reso obbligatorio nel concorso. Manuele Bertoli ha specificato: “Una decisione di tribunale su un ricorso di alcuni mesi fa ha ricordato che nel concorso va inserita la clausola del CCL. Non potevamo quindi dare per Pregassona un mandato diretto a un concorrente privo di questo requisito. ARL ha fatto ricorso e tutto bloccato, noi dobbiamo risolvere la questione di urgenza dando un mandato temporaneo a un’altra ditta”. E così è stato fatto ma non senza proteste da parte di ARL che ritiene l’intervento di una terza ditta inappropriato, non sicuro e dannoso in quanto provocherebbe il licenziamento di 5-6 dipendenti.

Ma non finisce qui la disputa tra Bertoli e ARL, la società diretta da Curzio Bernasconi ha infatti sporto “querela e denuncia penale alla magistratura in merito alla vergognosa pratica che vede coinvolti il signor Manuele Bertoli, direttore del DECS, e ignoti trasportatori in merito al trasporto privato degli allievi. Trasporto coperto da misteri e da segreti fino all’ultimo minuto”.

L’ARL aveva dichiarato già sabato che i suoi bus avrebbero continuato ad offrire regolarmente il servizio agli allievi di Pregassona a partire da oggi e avevano caldamente invitato le famiglie a non “mandare i loro figli allo sbaraglio su servizi di trasporto fantasma, precari e non autorizzati”.

Oggi tuttavia, presso le scuole di Pregassona erano presenti 9 bus: 6 delle ditte Principe Viaggi e Valbus e 3 delle ARL che tuttavia sono rimasti vuoti. Gli allievi infatti sono stati istruiti dagli insegnanti e da un rappresentante del DECS su quale trasporto prendere. Ignorato anche il divieto delle ARL di utilizzare le fermate della ditta, che, utile ricordarlo, appartiene per il 41% al cantone.