Ieri gli oppositori alla nuova legge sulla Civica (che la introduce nella scuola media quale materia specifica con voto autonomo) si sono presentati ai giornalisti all’Hotel Pestalozzi di Lugano. Hanno consegnato ai convenuti una cartella stampa e hanno spiegato in lungo e in largo le loro ragioni: perché questa legge votata dal Parlamento a larga maggioranza (certo contro la volontà del DECS, ndR) debba essere cancellata.

Hanno funto da relatori Bruno Balestra, Fabrizio Quadranti e Remigio Ratti, oltre ai docenti Binaghi e Chiaruttini, e altri. Ratti non ha esitato a impiegare il termine, francamente offensivo, di “Malacivica”, del quale lasciamo la responsabilità alla sua illuminata saggezza. La personalità più in vista del campo degli oppositori, Paolo Bernasconi, era presente in sala ma dopo un po’ se n’è andato.



Un punto importante merita di essere sottolineato. Nel suo intervento il prof. Binaghi (tra l’altro un mio ex alunno) ha fatto un’affermazione tendenziosa (ma uso questo termine per discrezione e per carità di patria) secondo la quale il Comitato d’iniziativa sarebbe contrario alla soluzione (un evidente compromesso) adottata dal Gran Consiglio.

Su tale questione essenziale è opportuno ristabilire la verità.

  1. I promotori sanno perfettamente che la loro iniziativa è stata realizzata solo in parte (soprattutto a causa dell’esclusione del Liceo). E tuttavia
  2. Il Comitato accetta il compromesso approvato dal Gran Consiglio ed invita il popolo a votarlo.

È stata presa una decisione “rischiosa” (non senza esitazione). Se si fosse ritirata l’iniziativa ciò che era stato “conquistato” sarebbe rimasto acquisito. Andando al voto, tutto potrebbe essere perso. Perché si è deciso così? È molto semplice: noi vogliamo che il popolo legittimi direttamente la Civica, assegnandole il posto che le compete nell’educazione dei nostri giovani.

Sarà una battaglia dura, molto dura. Gli avversari della “malacivica” hanno mobilitato le truppe e i cingolati. Nella mappa stampa figurano tre pagine fitte di nomi di sostenitori, talvolta noti e importanti. Ne citiamo alcuni: Paolo Bernasconi, Laura Sadis, Gabriele Gendotti, Jacques Ducry, Pietro Martinelli, Natalia Ferrara, Massimiliano Ay, Mario Branda, Marina Carobbio, Fulvio Caccia, Franco Cavalli, Carlo Lepori, Tiziana Mona, Giorgio Noseda, Matteo Pronzini, Pino Sergi, Diego Scacchi, e altri ancora.

Non sarà facile, Alberto, vincere questa cosa. Ma noi ci proveremo.

Conferenza stampa ben frequentata e organizzata, con rinfresco (che non siamo in grado di valutare). Osservazioni? Una soltanto. Si potrebbe tentare di mostrarsi gentili anche con coloro che non hanno la benedizione di essere socialisti. Un minimo di rispetto e di cortesia non guasterebbe, anche nel bel mezzo di una spietata guerra di trincea. Non dico per la Destra (cattiva per definizione, e nemica della cultura; ricordate le parole di Goering?) ma per la stampa libera.