INTERPELLANZA

1. Premessa
Il 24 settembre 2017 le cittadine ed i cittadini ticinesi aventi diritto di voto in materia cantonale saranno chiamati a decidere se accettare le proposte di modifica degli artt. 23a e 98 della Legge della scuola. Tali modifiche mirano ad introdurre nella Scuola media e nelle scuole medie superiore un insegnamento della civica valutato con nota a sé stante e, laddove possibile, con materia separata.

Le suddette modifiche sono state accettate il 28 maggio 2017 dal Gran Consiglio ticinese con 70 voti favorevoli, 9 voti contrari, 4 astensioni e 1 non votante sulla base del rapporto redatto per la Commissione scolastica da Michele Guerra in risposta all’iniziativa popolare legislativa generica IP127 del 27 marzo 2013 “Educhiamo i giovani alla cittadinanza (diritti e doveri)”, dichiarata il 24 novembre 2015 dal Gran Consiglio ricevibile . Il rapporto del 15 maggio 2017 di Michele Guerra è stato firmato da deputati di tutti i gruppi parlamentari (quelli del gruppo socialista per le conclusioni).

2. Lo scontro tra i fronti e la votazione popolare
A conclusione di ben quatto anni di negoziazioni, il Comitato di iniziativa si è dichiarato d’accordo con il compromesso formalizzato nel suddetto rapporto e accettato il 28 maggio 2017 a larga maggioranza dal Gran Consiglio. Tuttavia, alla luce delle discussioni e delle prese di posizione intercorse negli anni, il Comitato ha deciso di non ritirare l’iniziativa al fine di permettere una discussione pubblica ed infine chiedere il parere popolare.

Infatti, durante tutti gli anni passati il confronto è stato molto acceso. A titolo di esempio, dopo il deposito dell’iniziativa il lodevole Consiglio di Stato aveva addirittura espresso il 25 marzo 2015 la temeraria opinione che l’iniziativa popolare legislativa generica IP127 non fosse ricevibile , critica che il Comitato d’iniziativa ha dovuto contrastare a proprie spese con una perizia di parte del 18 agosto 2015 commissionata all’Avv. Dr. Pietro Crespi.

Anche i toni del confronto sono stati da subito molto accesi, benché docenti ed esperti personalmente coinvolti con l’insegnamento della civica, vivacemente contrari all’iniziativa, abbiano formalmente riconosciuto che l’educazione alla cittadinanza non venga svolta con lo stesso interesse in tutte le sedi scolastiche. Questo infatti quanto gli storici Maurizio Binaghi, presidente dell’Associazione ticinese degli insegnanti di storia (ATIS), Claudia De Gasparo, ATIS e Pasquale Genasci, esperto di storia della scuola media e formatore DFA hanno dichiarato il 24 febbraio 2014 durante l’audizione davanti alla Commissione scolastica.

Attualmente, gli argomenti a sostegno delle suddette modifiche della Legge della scuola sono presentati sul sito web www.lacivicainticino.ch, mentre quelli dei contrari sul sito web www.cittadinanza.ch. Inoltre, sulla stampa cantonale vengono regolarmente pubblicate accese prese di posizione a favore o contrarie, anche di note personalità della scena politica ed intellettuale cantonale.

3. Domande
Con la presente interpellanza, i sottoscritti pongono al lodevole Consiglio di Stato alcune domande in merito alla corretta informazione delle cittadine e dei cittadini ticinesi in relazione alla votazione popolare cantonale del 24 settembre 2017 “Educazione civica, alla cittadinanza e alla democrazia”. I sottoscritti ritengono che ciò sia un oggetto d’interesse pubblico generale ai sensi dell’art. 97 cpv. 1 Legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato.

Considerata l’attualità di quanto precede ed in applicazione dell’art. 97 cpv. 4 Legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato, poiché la presente interpellanza è presentata almeno 10 giorni prima della seduta di Gran Consiglio del 18 settembre 2017 si chiede che il lodevole Consiglio di Stato risponda, come è tenuto a fare, in tale seduta stessa.

Se lo desidera, giusta l’art. 97 cpv. 5 Legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato il Consiglio di Stato può distribuire in aula in forma scritta ai deputati presenti la sua risposta alle domande che seguono.

Tutto ciò premesso, ci pregiamo chiedere al lodevole Consiglio di Stato quanto segue.

1. Chiediamo al lodevole Consiglio di Stato di verificare e confermare che in nessuna sede scolastica cantonale organi di direzione abbiano scritto al relativo corpo docenti, tramite posta cartacea o elettronica intestata o recante un indirizzo ufficiale, prese di posizione e istruzioni circa cosa votare e far votare in relazione alla votazione popolare cantonale del 24 settembre 2017 “Educazione civica, alla cittadinanza e alla democrazia”.

2. Chiediamo al lodevole Consiglio di Stato di verificare e confermare che in nessuna sede scolastica cantonale si sia dedicato del tempo ufficiale di riunione dei consigli docenti e consigli di istituto (pagato dai contribuenti ticinesi), tenutisi in concomitanza con l’inizio del nuovo anno scolastico, per organizzare le azioni contrarie alla proposta in votazione popolare cantonale del 24 settembre 2017 “Educazione civica, alla cittadinanza e alla democrazia”. Infatti, finché vale lo status quo e la proposta non sia approvata dai cittadini in votazione popolare, le sedi scolastiche non necessitano discutere ed implementare alcuna misura in relazione al tema oggetto della presente interpellanza. Naturalmente, ciò non esclude che nel proprio tempo libero docenti prendano pubblicamente posizione a favore o contro le proposte di modifica della Legge della scuola messe in votazione popolare.

3. Chiediamo al lodevole Consiglio di Stato di verificare e confermare che in nessuna sede scolastica cantonale vi siano state comunicazioni in forma scritta o orale verso i genitori delle alunne e degli alunni circa cosa votare e far votare in relazione alla votazione popolare cantonale del 24 settembre 2017 “Educazione civica, alla cittadinanza e alla democrazia”, né tantomeno comunicazioni circa la portata ed il contenuto dell’oggetto in votazione. Infatti, non sta agli istituti scolastici cantonali orientare i genitori delle alunne e degli alunni circa i contenuti delle votazioni popolari.

4. Qualora ai punti 1., 2. e 3. risultasse che organi di una o più sedi scolastiche abbiano diffuso tali informazioni o abbiano dedicato tempo di lavoro al tema in votazione, si chiede di rendere note tali sedi.

5. Qualora ai punti 1., 2. e 3. risultasse che organi di una o più sedi scolastiche abbiano diffuso tali informazioni o abbiano dedicato tempo di lavoro al tema in votazione, chiediamo al Consiglio di Stato se ritiene che tale comportamento sia esemplare, in particolare in relazione alla funzione sociale e all’autorità che la Scuola ha nel trasmettere informazioni e sapere alla cittadinanza.

6. Qualora al punto 5. il Consiglio di Stato ritenesse che tale eventuale comportamento di organi di una o più sedi scolastiche sia criticabile, chiediamo al Consiglio di Stato se e quali misure disciplinari esso intende deliberare nei confronti di tali organi.

Paolo Pamini, primo firmatario
Lara Filippini, Tiziano Galeazzi, Sergio Morisoli e Gabriele Pinoja