“L’amore svela la Realtà al di là  dell’illusione. Comprendere e’ un atto di amore e l’amore si trova in coloro che si rivolgono alla grandezza della Vita e non agli oggetti che rendono schiavi e avidi. L’arte nelle sue varie espressioni, fa parte della consapevolezza di questa Vita tramite l’amore. Il divino e’ dentro di noi e mai al di fuori.” Il Conte Filippo di Sambuy, artista che a Lugano ha partecipato a POESTATE 2017 e a Cortona ha presentato le sue opere nella serie “Svasti” si racconta a Ticinolive.

Filippo di Sambuy a POESTATE2017

Conte Filippo di Sambuy, lei riesce a coniugare bellezza e materia. Ovvero, per esempio, riesce a rendere un pavimento in qualche modo “spirituale”, grazie ai suoi mosaici. Qual è il suo segreto artistico?
Vi sono anime che difendono il proprio egoismo, anime che conservano cio’ che hanno e anime che depongono il fardello di ogni ordine e grado e, in un silenzio coraggioso, prendono la via Metafisica dell’ Infinito.
Da quando ha cominciato a dedicarsi all’arte?
Non me lo ricordo piu’.
Le sta più a cuore la pittura, con le sue forme morbide e voluttuose, o la voluttà geometrica del mosaico? Con quale delle due tecniche preferisce lavorare?
Purtroppo mia cara, non ho scelto il tempo in cui vivo e opero dove tutto e’ condizionato e mistificato da incompetenti senza passione per la bellezza ,non c’ e’ grande intelligenza nelle Arti! Ma tornerà! La cosa che mi sta piu’ a cuore e’ il Cuore stesso!

Cortona, presentazione pavimento, opera di Filippo di Sambuy

Tecnica e spiritualità, teknè e psyké, sorelle o nemiche? 
É un sofisma? Anche per piantare un pomodoro ci vuole una tecnica.
Com’è essere un artista nel secolo in cui la contemporaneità sembra aver rinnegato l’arte?
L’ arte e’ il manifesto della realta’ qualche volta la precede qualche volta l’insegue.
A parer suo sarebbe possibile recuperare la bellezza fine a se stessa? La wildeiana Art for art’s sake?
Art for art sake… But money for God sake!
Viaggiando tanto, ha modo di conoscere l’arte in tutti i suoi luoghi oltre che nelle sue molteplici forme. Quali sono le differenze territoriali che l’hanno maggiormente colpita?
Stare con i Masai negli altopiani del Kenia, dove tutto quello che fanno e’ arte e bellezza ,musica e magia ,signori della terra …Non hanno un termine per confine tantomeno per proprietà, le Origini.

Cortona, Museo diocesano, opera di Filippo di Sambuy

Torino, la sua città. Francesizzante e nobiliare, splendente di marmi e oro antico, luogo di studio per illustri letterati, come l’Alfieri. Cosa porta nel cuore di questa città, quando è altrove, per le sue mostre?
Torino vive il presente, trasformando la sua identità. La sua presenza e’ creativa ma silenziosa …metafisica ma movimentata, sempre Stupefacente! E’ in ogni mio respiro.
Arte: musa fugace e fuggente, o divinità che si può domare? C’è qualcosa di divino nelle sue creazioni artistiche?
L’amore svela la Realtà al di la’ dell’illusione. Comprendere e’ un atto di amore e l’amore si trova in coloro che si rivolgono alla grandezza della Vita e non agli oggetti che rendono schiavi e avidi. L’arte nelle sue varie espressioni, fa parte della consapevolezza di questa Vita tramite l’amore. Il divino e’ dentro di noi e mai al di fuori.
Tra le sue molteplici attività artistiche, c’è quella al Vittoriale di D’Annunzio con il Direttore Giordano Bruno Guerri, per cui ha eseguito ritratti dedicati al Vate. Cosa pensa dell’ultimo poeta coronato, del secolo scorso, cantore decadentista della grandeur di fine secolo?
L’ultimo dei grandi poeti che usano la lingua italiana, dunque fa parte della cultura Italiana e per questo mondiale. Anche lui demolito dalla cultura “sinistra “del dopoguerra…Ma Giordano Bruno Guerri sta facendo un ottimo lavoro per riabilitarlo . A chi sa’ ancora leggerlo, s’intende…

Poi c’è stata l’esperienza di POESTATE2017, a Lugano, nella quale ha coniugato la sua arte alla poesia di Fosco Valentino. Come le è parsa quest’esperienza?
Bella ricca e da ripetersi, Poestate e’ stato per me una rivelazione non solo poetica. Grande Armida! Fosco, un visionario dell’arte.
E a Cortona, per la serie “Svasti” ha presentato un pavimento da lei realizzato in un vortice virtuosistico di mosaico…Il nome della serie Svasti ricorda il simbolo del sole indoeuropeo?
Sva_sti in sanscritto significa letteralmente essere bene o stare bene o ancora benedizione! Non lo sapevo fino a pochi mesi fa e sono un cultore dei simboli ..dunque ho voluto comunicarlo ad altri come potevo,nient’altro.
Nella primavera del 2018 all’ ARTE CERRETA, parco di sculture di Paola Butali, in Umbria realizzerà il secondo suo progetto della serie “Svasti”. È un progetto che prevede un itinere di presentazioni, dunque?
Liletta Fornasari storica dell ‘arte di Arezzo ha proposto Svasti alla Signora Paola Butali che ha creato un parco di sculture alla Cerreta un azienda che domina il lago Trasimeno ,un posto meraviglioso, oasi naturalistica inspirante. Grazie alla loro passione e alla loro dedizione si e’ potuto fare il pavimento in graniglia di marmo davanti al Duomo di Cortona e presentare al museo, difronte alla cattedrale, il progetto per la nuova Opera nella sala di Luca Signorelli. Questo e’ una vera emozione per un creatore. Molto grato a Loro e a Cortona posto unicissimo , culla dell’ Arte da Angelico a Severini. In primavera inaugureremo il nuovo progetto di Svasti nel parco e lì rimarrà.
Per concludere. C’è una frase che possa racchiudere l’essenza della sua arte?
Immateriale ma post democratica…
Filippo di Sambuy.

Intervista a cura di Chantal Fantuzzi