*** Si veda il testo dell’intervista

OGGI ALLE 12.30 NELLA SALA STAMPA DEL GRAN CONSIGLIO IL COMITATO D’INIZIATIVA PRESIEDUTO DA ALBERTO SICCARDI TIENE LA SUA CONFERENZA STAMPA

Francesco De Maria  Il Comitato di iniziativa, dopo aver soppesato i pro e i contro, ha deciso di andare al voto. Un gesto di arroganza? Una decisione temeraria?

Sergio Morisoli  Né l’uno né l’altra. La commissione scolastica, di cui faccio parte,  ha elaborato una proposta all’iniziativa popolare  che è passata in Gran Consiglio con 70 Sì, 9 No e 4 Astensioni. Dopo 4 anni dalla raccolta delle firme e dopo 2 anni di intensi lavori per trovare un compromesso. Come tutti i compromessi, la soluzione proposta e votata non corrisponde al 100% al desiderio degli iniziativisti e forse anche di molti firmatari. Il comitato di iniziativa in totale libertà e trasparenza, e per valorizzare al massimo la democrazia diretta ha ritenuto di non potersi assumere la responsabilità di accettare il compromesso impedendo al popolo che ha sottoscritto l’iniziativa di esprimersi per ultimo. Penso che il comitato fosse assolutamente consapevole dei rischi, ma ha ritenuto che la chiusura del cerchio democratico, “chi lancia deve essere anche chi decide per ultimo” fosse più importante del vincere o del perdere.  

Le conseguenze non si sono fatte attendere (un bel macello). Certi partiti si sono affrettati a voltare la faccia…

SM  Non mi sorprende per due ragioni. La prima è che la scuola rimane “l’albero dal quale non si può cogliere il frutto” pena la persecuzione eterna. Questo per dire che molti di chi la scuola la fa (docenti e direttori) pretendono e parafrasando un altro slogan che: “la scuola è mia e me la gestisco io”. Un settore da sottrarre a qualsiasi intervento dall’esterno sia esso democratico, che genitoriale, che imprenditoriale che della società civile. La seconda è quella che i partiti fanno i partiti. Prima del bene comune, calcolano se guadagnano o se ci perdono elettoralmente. Cinismo, ma è così. Le dirigenze dei partiti hanno fiutato il terreno minato e siccome il peso numerico elettorale del mondo scolastico è notevole, hanno pensato bene di non inimicarsi a un anno e mezzo dalle prossime elezioni un vasto potenziale elettorale. Hanno sacrificato il buon lavoro e la credibilità dei loro gruppi e dei loro relatori (basta leggere gli ottimi interventi nei verbali online del GC dello scorso 29 maggio) sull’altare della non belligeranza con docenti e DECS. Si son creati l’alibi ponziano della democrazia interna ai partiti: Gesù o Barabba.

I fautori del NO per bollare la legge approvata dal Gran Consiglio hanno coniato il termine “Malacivica”. Non suona un po’ offensivo?

SM  I fautori del no, quelli fuori dal mondo strettamente scolastico, stanno sfruttando la Civica come primo regolamento dei conti contro la Lega e in parte l’UDC. Il NO alla civica è solo una specie di cavallo di Troia per cercare di re-impossessarsi di ben altro. Il neologismo “malacivica” e altre bugie disseminate, fanno parte di questa strategia di delegittimazione e di propaganda non solo anti qualcosa, ma anti qualcuno. E’ fin troppo evidente. Quando mai, prima di oggi, certi nomi sono scesi in campo così massicciamente per la scuola, e addirittura in modo così pesante per una piccolissima materia scolastica come la civica? Si tratta di 2 volte 45 minuti di lezione al mese, senza aumentare le ore di insegnamento totale a carico del docente !

Il risultato di questa dura battaglia sembra appeso a un filo. Qual è la sua previsione?

SM  Difficile dire. Fosse unicamente un voto sulla materia civica, razionalmente e senza pregiudizi il cittadino voterebbe SÌ, la prima reazione di chi non è addentro alle faccende politiche e scolastiche è infatti: ma come, non lo fanno ancora?!  Il problema invece ora è che questo voto è stato talmente caricato di significati incrociati e spinto oltre il tema posto, che tutto è possibile. Il fronte del NO è stato abilissimo a far diventare merce di voto ciò che non è merce di voto: l’antipatia verso chi ha promosso l’iniziativa e il vittimismo dei (seppur una minoranza) di quei docenti puri e duri in prima linea contrari. Stanno giocando anche sulle paure dei genitori.

Se io le chiedessi di individuare gli avversari più temibili della Civica e le dessi alcune scelte? 1) Bertoli  2) Paolo Bernasconi  3) La corporazione dei docenti  4) Il partito socialista  5) I partiti “borghesi” che si nascondono e hanno paura  6) Coloro che avversano l’idea di uno stato nazionale indipendente, la specificità svizzera, le nostre tradizioni

SM  Come già detto il fronte del NO è molto vasto perché non fa leva sulla materia da insegnare, ma alimenta scandalo e indignazione contro qualcuno. Raccoglie senza badar troppo per il sottile i rimbrotti anche da fonti antitetiche e li canalizza contro. Caso mai lo stupore è nel vedere PLR e PPD ad aver perso la bussola, quindi ufficialmente contro; quando notevoli esponenti di prestigio e di provata saggezza politica delle loro fila si sono espressi invece a ragione, pubblicamente a favore.

Dove risiede a suo giudizio il pericolo maggiore?

SM  Di non pensare alla Civica al momento del voto ma di pensare ad altro. Si va a votare la Civica, ma quando si scriverà Sì o No nel cerchietto della scheda molti lo faranno già come una prima conta indicativa per le lezioni 2019; altri per darla indietro a “Prima i nostri”.

L’ampiezza che ha assunto, via via, lo scontro è stata sorprendente. Come mai si è verificata una simile escalation? Si tratta SOLO della Civica o la posta in gioco è ben più alta? L’esito del voto potrebbe influire sulla sorte della Scuola che verrà?

SM  Ho già detto a cosa è dovuta l’ampiezza dello scontro e da cosa è alimentato. A questo punto i partiti che hanno dato l’indicazione di dire NO alla civica, si sono messi nelle mani di Bertoli. Lui è un abilissimo politico, grazie al fronte negativo della civica è riuscito a creare quel fronte compatto che gli mancava per la “scuola che verrà”. Voglio vedere adesso PPD e PLR dopo aver minacciato tanto i contenuti della “scuola che verrà” e ormai appiattiti sulla posizione di Bertoli e dei docenti per la civica; voglio vederli in Gran Consiglio bocciare la sperimentazione della scuola che verrà  su 3 anni e che costa 5.5 milioni. Bertoli grazie a loro porterà a casa la sperimentazione e 3 anni dopo ci sarà la scuola che verrà per tutti. Per Bertoli: game, set and match !

Nella foga dello scontro sono state dette delle bugie? Tante o poche? Quali le più gravi?

SM  Boh, quando il dibattito prende questa via che vediamo le bugie dominano. Le più gravi sono quelle dette con la consapevolezza di mentire, specie quelle per salvare sé stessi.

Lei teme una propaganda nelle sedi scolastiche diretta contro la Civica?

SM  Chiariamo una cosa. I docenti non sono cittadini di serie B che possono fare politica solo su certi temi e altri no. Fanno bene a combattere e a occuparsi di questa proposta in quanto cittadini. Ciò che non è tollerabile invece sarebbe se dimenticassero che sono dipendenti dello Stato, che sono pagati da tutti i contribuenti che voteranno Sì e che voteranno No. Quindi che per rispetto della loro funzione e delle leggi sul personale dello Stato devono astenersi di fare politica e incontri politici corporativistici durante il tempo di lavoro, di occupare spazi scolastici per riunioni politiche loro, di usare materiale e mezzi scolastici per diffondere le loro indicazioni e raccomandazioni di voto. Per questa ragione alcuni deputati hanno chiesto al Governo di verificare come stanno andando le cose.

Come già detto i comitati cantonali di alcuni partiti hanno improvvisamente… rovesciato il tavolo, rimangiandosi tutto. Ai suoi occhi questo è un comportamento accettabile? Gli elettori daranno retta a simili indicazioni di voto?

SM  Non sono moralista. Quali sono ormai i comportamenti accettabili in politica? Boh. Gli elettori si sorprendono e si indignano delle parole rimangiate? Non sembra. Penso che sia corretto invece chiamare le cose con il loro nome legittimo e difendibilissimo in politica: opportunismo. Il PPD sta giocando il tutto per tutto per mantenersi visibile e sperare di fare qualche voto in più. L’ala conservatrice sta sparendo e si sta imponendo quella sindacale, basta vedere le prese di posizione nelle consultazioni, i voti in parlamento e i leader mediatici del partito chi sono e dulcis in fondo la direzione federale del partito. Legittimamente gli elettori dipendenti dello Stato, docenti in primis possono essere un target elettorale importante. Credo che sia una scelta strategica, puntano a sinistra perché a destra sono chiusi, e senza san filippo in prima fila, è dura stare al fronte da quelle parti. Il PLR oltre al problema elettorale in chiave anti Lega, ne ha alcuni in più. La scuola l’ha diretta per oltre mezzo secolo, e dal 2001 al 2011 la civica doveva essere insegnata (il Gran Consiglio l’aveva già deciso) ma non l’hanno fatto. Nonostante furono i GLRT a lanciarla. La maggioranza dei docenti è di area radicale. Quindi si può capire, non giustificare, quel partito. Come fa ad ammettere di essere stato allora “disattento” sulla civica, e mettersi contro i docenti che non la vogliono oggi? Nel 2011 il PLR con un errore madornale seguendo Sadis, ha deciso (dovuto?) lasciare il DECS ai socialisti. Se Bertoli propone “la scuola che verrà” è perché il PLR non è stato in grado di farlo né in contenuti né in forma, prima che arrivasse lui. Nonostante si sapesse da oltre 10 anni e prima del 2011, che si doveva riformare la scuola dell’obbligo. Ora lui usa il ritardo del DECS targato plr e i docenti plr del DECS come “scudi umani” verso l’ex partitone:  provate ad attaccarmi che sto mettendo a posto ciò che mi avete lasciato; civica compresa. Bella gabola per il plr e per chi ha davvero a cuore la scuola.

Esclusiva di Ticinolive