Tratto dall’editoriale odierno della Regione

La missione della scuola e quella affidata agli insegnanti non hanno niente a che fare – o almeno lo speriamo vivamente! – con quanto esternato in rete dal docente delle medie di Barbengo

Le doti dell’equilibrio nei giudizi, dell’esercizio della dialettica e del confronto, del rispetto dell’altrui opinione… dovrebbero far parte integrante del bagaglio. La reazione del direttore dell’istituto scolastico e del dipartimento ci è parsa decisamente blanda. Mentre si stanno chiarendo i fatti (ma carta, anzi social canta) non è nemmeno stato momentaneamente sospeso. La scuola la si difende facendo l’interesse della scuola, che non è quello di avere fra i docenti chi vomita sui social simili bestialità. Che lezione devono trarre gli allievi?

Il docente ha perso di credibilità e l’istituto scolastico non può limitarsi alla cancellazione del post e credere che così verrà girata una brutta pagina e domani sarà un altro giorno. Se non lo capiscono i responsabili scolastici, speriamo che lo faccia capire loro il capo del dipartimento Manuele Bertoli. E se anche lui dovesse temporeggiare, toccherà alla politica. Da destra (fronte Udc) è già arrivato un duro comunicato stampa. Ma questa non è una questione da buttare in politichetta partitica. È una questione che deve interessare tutto l’arco politico, da sinistra a destra. Il buon funzionamento della scuola di tutti è, infatti, affare di tutti, nessuno escluso.

Matteo Caratti

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Anche noi stiamo stupiti della (totalmente inadeguata) reazione di Bertoli. È chiaro che il capo del DECS ha sottovalutato la gravità del gesto. O forse il suo stomaco può digerire questo e altro?

Se la situazione non si sblocca, il Consiglio di Stato potrebbe (o meglio ancora: dovrebbe) prendere nelle sue mani il dossier, e agire. Che senso ha dire: “Questa cosa la fa Bertoli?”

La domanda di fondo è sempre la stessa. “Chi insegna ai nostri giovani e che cosa insegna?”