C’è un uomo, a Leicester, di professione farmacista e di nome Zameer Ghumra, che è stato giudicato colpevole dalla Nottingham Crown Court di “diffondere propaganda terroristica tra i minori”. Determinato, come riconosciuto dalla giuria, a radicalizzare i bambini per trarne dei perfetti terroristi, Zameer non ha mostrato ripensamento alcuno.

L’uomo è stato condannato a sei anni di carcere, in seguito ad aver mostrato video di decapitazioni effettuate dall’Isis a bambini e ragazzi.

L’arresto, avvenuto nel 2015, per “propaganda terroristica” avvenuta, ad opera di Zameer via Twitter tra il gennaio 2013 e il settembre 2014, s’incrementa ora di un reato ancora più grave: avrebbe indottrinato due ragazzini della scuola primaria in cui lavorava, mostrando loro i video dello Stato Islamico nei quali comparivano decapitazioni e guerriglie. Avrebbe spiegato loro come bombardare, sopravvivere e decapitare, dicendo loro che i miliziani Isis “non sono cattive persone, cercano soltanto di difendersi.”

I bambini compariranno in giudizio per testimoniare quanto loro indottrinato, anche se è plausibile che la difesa cerchi di riportare le accuse all’immaginazione dei due piccoli.

Al di là dell’esito della condanna del potenziale terrorista, emerge come nell’Europa più civile il mondo islamico sia fortemente radicalizzato anche sotto le più spesse maschere dell’integrazione. Zameer Ghumra era un farmacista a Leicester, prima di essere condannato per propaganda terrorista.

Prima di lui ci sono stati Kamran Sabir Hussain, che nello Staffoldshire, ha tenuto un sermone a Stoke – on – Trent, incitando gli adolescenti al martirio islamico in quanto “supremo successo della condizione della vita, dell’uccidere e dell’essere uccisi”, e Khuram Butt, uno degli attentatori del London Bridge, che già nel 2015 era stato denunciato per reclutamento di minori, portati in un parco a suon di dolciumi e lì indottrinati a suon di Jihad. Uno di questi bimbi, un giorno, tornando a casa, ha detto alla mamma “mamma, voglio diventare musulmano.” Ed è scattata la denuncia.

Nelle Fiandre, infine sono stati denunciati strani comportamenti come quelli dei bambini musulmani dell’asilo di Ronse, che chiamano i loro compagni cristiani “maiali” o “non credenti” e li minacciano col gesto dei tagliagola.