Contro il Corriere e il direttore Fabio Pontiggia hanno già preso posizione (ci verrebbe da dire: automaticamente) la redazione di Falò, UNIA e Syndicom.

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A noi pare giusto che in una situazione dai toni esasperati e violenti – dove ci sembra di vedere le tricoteuses sferruzzare in place de la Révolution (oggi Place de la Concorde) ai piedi dell’insanguinata ghigliottina – il ministro Paolo Beltraminelli possa usufruire di un sostegno mediatico di primaria importanza. Per non rimanere del tutto inerme di fronte all’attacco concentrico di cui Falò è la punta di diamante. La vediamo come una questione di equilibrio e di giustizia; dopo tutto persino Landru ebbe un avvocato difensore.

Se il Corriere è a conoscenza di elementi importanti, è giusto che li riveli. Anche l’Infiltrato (che infiltrato non è) non sarà la Madonna di Lourdes.

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“L’SSM non può accettare l’attacco del Corriere del Ticino all’inchiesta giornalistica sul caso “Argo 1” condotta dai colleghi di Falò. L’articolo mette inoltre in discussione la credibilità di chi ha testimoniato con coraggio nel servizio giornalistico, credibilità invece confermata dalla Magistratura. Questo ingiustificato attacco al giornalismo d’inchiesta è tendenzioso e scorretto e tenta di spostare l’attenzione dai fatti riguardanti “Argo 1” su questioni di scarsa rilevanza.

Particolarmente grave e preoccupante il fatto che il Corriere abbia esposto mediaticamente un collaboratore finora mai citato, definendolo infiltrato, solamente per aver denunciato gli abusi al suo sindacato. Una prassi contraria alle regole giornalistiche e che tende a screditare le persone che hanno testimoniato mettendole in difficoltà e a screditare anche l’inchiesta giornalistica e il lavoro dei colleghi di Falò”.

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Nota. Troviamo bizzarra quest’ultima perorazione in favore del (cosiddetto) infiltrato. È fuori con nome e cognome? Ma se ha fornito la testimonianza decisiva dev’essere considerato un eroe, e che il suo nome sia conosciuto e lodato.