Oggi Ticinolive intervista un superesperto di aviazione, una personalità che da cinque anni vive in Ticino (“e mi ci trovo benissimo” aggiunge con soddisfazione). Pilota da sempre e per sempre, ha ricoperto numerose funzioni dirigenziali e normative di alto livello, anche su incarico del Governo italiano. Silvano Manera, con il quale abbiamo avuto un lungo e approfondito incontro, esprime qui la sua autorevole opinione sul travaglio di Lugano Airport. Come si vedrà, egli si mostra sì critico, ma non negativo. Il Sindaco lo ha ricevuto più volte e ha tra le mani un suo documento.

Alla luce dei più recenti sviluppi della crisi (licenziamenti, abbandono delle destinazioni Ginevra e Roma da parte di Darwin-Adria) le sue considerazioni assumono un valore di estrema attualità.

Un’intervista di Francesco De Maria.

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Francesco De Maria  Molti medici si sono avvicendati al capezzale di Lugano Airport, molte diagnosi sono state fatte, molte cure sono state prescritte. Non le è mai venuta l’idea: forse non c’è più niente da fare?

Silvano Manera  Sinceramente quest’idea non mi è venuta perché ritengo curabile la malattia del paziente. Quando c’è un problema che persiste bisogna agire con metodo cartesiano, analizzare tutti i “sintomi” capire quali sono le cause a monte, identificare i correttivi e le azioni necessarie in ordine di priorità ed infine agire con ottica di sistema e di coerenza temporale.

Lei possiede una vasta esperienza in materia di aviazione e ha ricoperto importanti incarichi. Come mai si interessa ai travagli di Lugano Airport? Lo fa spontaneamente? Qualcuno l’ha coinvolta? Come pensa di offrire il suo contributo?

Mi comporto come credo farebbe ogni cittadino che avendo consapevolezza dei motivi per cui le cose non funzionano sente il dovere di comunicarli a chi ha titolo e potere decisionale. In questo caso la mia esperienza “vasta” mi aiuta perché ho trattato casi simili. Per farla breve, mi sono attivato spontaneamente quando ho osservato il perdurare di una situazione insoddisfacente e destinata a peggiorare.

Facciamo il punto. Come giudica – nel senso del business, della sostenibilità commerciale – lo stato attuale dell’aeroporto?

A un osservatore attento appare evidente l’assenza di visione strategica e di un conseguente piano di azioni generale. In un mercato liberalizzato e competitivo, come quello del trasporto aereo, in cui il passeggero sceglie in base all’appetibilità dei servizi, bisogna essere rapidi, visionari, innovativi e determinati.

Una parola che va molto di moda è “road map”. Lei saprebbe propormi una sua road map verso la salvezza e il rilancio di Lugano Airport?

Bé, pianificare ed attuare piani, è stato il mio mestiere per anni; quello che mi sento di dire riguardo a questa domanda è che un’attività di rilancio va fatta revisionando l’intero “sistema”. Nel trasporto Aereo ci sono molti innovatori capaci di coinvolgere persone e risorse ed in grado di produrre eccellenti risultati mentre, dall’altro lato, ci sono conservatori che, guardando indietro e pensando a un passato “aureo” sono convinti di passare indenni attraverso gli scossoni del mercato.

Nell’immediato la vicenda si snoda lungo tre tappe: 1) Completamento del CdA (2 ottobre, fatto) 2) Nomina del Direttore 3) Approvazione del Messaggio da 20 milioni.

Questo è invece il momento che avrebbe richiesto un’attività di riflessione ed analisi approfondita sulle cause che hanno prodotto le dimissioni degli organi e della dirigenza di LASA, magari anche andando un poco indietro nel tempo per capire da quanto tempo erano già presenti i “germi” che hanno prodotto questa vacanza. Sembra invece che si stia procedendo ad una “manutenzione ordinaria della LASA” in cui, sostituendo alcune “parti mancanti”, la società possa riprendere a funzionare meglio di prima.

La candidatura del fondatore di Darwin Mosè Franco, al di fuori degli schemi partitici, era plausibile? Perché non ha avuto alcuna chance?

Per quanto riguarda Mosè Franco, i dati ed i fatti parlano per lui, egli è persona di alto profilo ma anche persona che, ipotizzo, avrebbe richiesto garanzie di libertà di azione che forse non si conciliano con ordini di scuderia.

La lotta contro il Messaggio sembra difficile, per non dire disperata. È chiaro che la politica ha i voti per farlo passare. Anche se (ipoteticamente) è inefficace, anche se è sbagliato. Come comportarsi? Che fare?

Non è questione di “lotta” politica ma di volontà di far capire ai cittadini perché siamo arrivati a questo punto e come vogliono da qui ripartire. Sempre, non solo ora, è un problema di comunicazione efficace. La comunicazione su quello che fa l’aeroporto, quali sono gli attori stabiliti dalla legge e qual è la visione strategica. Cosa che, mi sembra, non sia avvenuta in passato; per cui ridurre il problema in termini di lotta “pro o contro” un Messaggio Municipale, di cui la popolazione ignora il contenuto, non è utile a nessuno. Diversamente mi sembra sia doveroso cogliere l’occasione per fare la massima chiarezza su come e perché si sia arrivati a questa situazione, quali sono state le “root causes”, quali saranno i rimedi strutturali, come e dove dovranno essere allocati i denari dei cittadini contribuenti, con che metodo si intendono affrontare le sfide future ed infine, spiegare in che modo la cultura gestionale che ha condotto alla situazione attuale sia adeguata a gestire il cambiamento per il futuro. Cambiando alcuni ingranaggi non si cambia il modo di girare del sistema.

Lei ha incontrato più volte il Sindaco. Ha la sensazione di essere stato ascoltato? Ha trovato qualche spazio per le sue considerazioni e le sue proposte? Lei ha consegnato un documento al Sindaco?

Sono grato al Sindaco di avermi dato udienza e di avere voluto ascoltare con attenzione le istanze di un cittadino comune. Non pretendo di essere così influente da modificare i convincimenti di una persona in pochi brevi colloqui ma, al fine di non lasciare fraintendimenti in sospeso e volendo fare una comunicazione chiara, come ho detto prima, ho lasciato un documento analitico che conteneva quanto ero venuto a rappresentare a voce.

Parlando in generale i tecnici, con i loro argomenti razionali, possono convincere i politici?

L’Aviazione Civile è regolata in maniera dettagliatissima e richiede un approccio competente, perciò i tecnici devono spiegare ai decisori i riflessi che le tecnicalità generano sulla gestione aziendale. E’ necessario che le decisioni siano prese in piena consapevolezza, senza sottovalutazione del peso economico e funzionale degli aspetti tecnici. Per ottenere un risultato il messaggio deve essere comunicato in maniera adeguatamente vigorosa e magari reiterato. Nella cultura umanistica si tende a “delegare” a livelli più bassi i fatti “tecnici” come se questi fossero elementi non opinabili della gestione mentre il loro effetto può produrre conseguenze disastrose su di essa. Per rendere il messaggio più udibile ho inteso unire la mia voce a quella di altri cittadini dotati di ampia esperienze nel campo giuridico, economico e manageriale. Un coro è più udibile di una sola voce.

Quali sono le principali debolezze tecniche di Lugano Airport? E quali correttivi, per ciascuna di tali debolezze, si potrebbero prevedere?

La risposta sarebbe lunga, perché in questa fase della vita dell’aeroporto ritengo sia necessario rivedere tutto, a partire dagli elementi costitutivi che sono a monte della Concessione di Gestione di una struttura “regionale” prevista dal PSIA del 2000. Il mio invito deriva dalla convinzione che negli anni si siano accumulate consuetudini “de facto” non in linea con le previsioni del legislatore e che il consolidarsi di queste consuetudini abbia prodotto una visione distorta dei ruoli e delle responsabilità con una tacita delega a LASA di cose ad essa non delegabili. Anche qui l’invito è in realtà un “richiamo metodologico”.

Lugano Airport, è di solare evidenza, manca di traffico e manca di rotte. Per concretezza, mi indichi alcune nuove destinazioni ipotizzabili e commercialmente sostenibili/vantaggiose.

La domanda è interessantissima ed è legata a ciò che le ho appena detto sulla commistione dei ruoli. In passato LASA ha pensato di affrontare in maniera dirigistica questo ruolo che è, e lo dico con la massima veemenza possibile, dei Vettori aerei, non dell’aeroporto. Siamo da un quarto di secolo in un mercato completamente liberalizzato in cui i passeggeri scelgono come, dove, quando e quanto usufruire di offerta di mobilità e in cui i vettori si sono inventati collegamenti impensabili per i pianificatori territoriali. Chi ha saputo essere pronto a cogliere questo fermento e questa trasformazione della mobilità intraeuropea è diventato da piccolo e “negletto” aeroporto a nodo di interscambio per milioni di “clienti” chi non è stato pronto è rimasto statico di fronte al fermento e ha progressivamente perso posizioni di mercato. Su questo tema ho recentemente scritto un articolo specifico. La domanda che ci dobbiamo porre non è “.. manca traffico e mancano rotte” ma se Agno è in condizione di “attirare traffico e rotte”. Ovvero, l’aeroporto come nodo di interscambio ed intermodalità è attrattivo? Ha le condizioni per interessare i vettori di linea? e richiamare potenziali passeggeri? Come si pone rispetto al suo territorio? Come interagisce con gli aeroporti vicini?

I nuovi padroni della Darwin (Adria Airways) hanno incominciato a licenziare, per ora 20 impiegati. Quanti sono i posti di lavoro ex Darwin a Lugano, e quanti secondo lei ne resteranno?

Queste sono le conseguenze di quanto appena descritto. E’ bene ricordare che è interesse primario di tutti i vettori aprire tutti i collegamenti possibili, non di chiuderli, ergo se lo fanno è perché non c’é traffico sufficiente. Qui va ricordata un altra caratteristica del libero mercato legata alla regolarità del servizio: se si scontenta qualche volta il cliente, esso cerca una soluzione alternativa, se la trova non torna più indietro. Sto parlando della regolarità dell’offerta, qualunque “discontinuità” non viene tollerata.

Concludo l’intervista con una domanda maliziosa. Se lei fosse un politico appartenente alla maggioranza e maturasse il convincimento che l’aeroporto non ha futuro, come si comporterebbe?

Stiamo parlando di una proposizione ipotetica del”terzo tipo” ma essendo un tecnico che ha dovuto interagire molto con la politica, proponendo soluzioni e non cercando consenso le posso dire che il politico deve essere soprattutto un leader capace di indirizzare i soggetti amministrati con chiarezza ed anche lealtà, con il coraggio di dover intraprendere azioni, non popolari ma necessarie, sapendo trasmettere che quello che sta facendo lo fa per la tutela del bene comune.

Esclusiva di Ticinolive