Oktar Babura (a destra) con il suo interprete

Il caso: Il giornalista Luca Steinmann ha intervistato per il Corriere del Ticino Oktar Babuna, seguace turco dell’influente predicatore mussulmano Adnan Oktar. il quale lo scorso agosto aveva inviato per posta ad ogni ticinese un opuscolo sull’Islam, ponendosi sulla linea di Erdogan, ovvero quella di estendere l’Islam oltre i confini turchi. L’intervista di Oktar Babuna e il di lui invito alla trasmissione di TeleTicino “I Conti in Tasca”, nella puntata intitolata “Erdogan, il nuovo sultano?” ha provocato la protesta di un nutrito gruppo di curdi, che il 25 ottobre hanno minacciato di occupare la Redazione per impedire lo svolgersi della trasmissione. Il compromesso raggiunto è stato dunque quello di mandare in onda l’intervista di un loro rappresentante. (clicca qui per rivedere la trasmissione). Luca Steinmann invitato anch’egli alla trasmissione, racconta a Ticinolive una realtà più vicina a noi di quanto si possa immaginare.

Le visioni mediatiche su Erdogan sono molteplici, conoscendo la realtà turca, lei cosa ne pensa? «Erdogan è l’assoluto protagonista della scena politica turca e sta cercando di porre la propria realtà al centro dell’Europa. Ci è riuscito, pur essendo percepito negativamente. E’ interessante la discrepanza della percezione della figura di Erdogan: sostenuto dalla maggior parte della popolazione turca, è percepito come un nemico all’esterno.»

Ritiene che Erdogan crei timore nell’Occidente per distorsione mediatica? «La strategia di Erdogan è molto chiara, è quella, teorizzata dal Ministro degli esteri turco, della profondità strategica, ovvero coltivare buoni rapporti coi paesi vicini del mediterraneo, così da avere sempre un alleato pronto. Infatti, quando ha visto incrinarsi i rapporti con l’Europa di Angela Merkel, aperti circa un decennio fa, ha subitaneamente aperto un dialogo con l’Iran e, parrebbe, con la Siria di Assad.»  

Erdogan pare essersi avvicinato anche alla Russia, nonostante i recenti rapporti fossero assai tesi… «Esattamente, mentre poco tempo addietro v’era attrito tra la Turchia e la Russia anche per la questione della Guerra in Siria (nella quale la Turchia si opponeva ad Assad), oggi c’è persino chi parla dell’alleanza tra lo Zar e il Sultano.»

Kastrian Abdul Razak, rappresentante della comunità curda irachena in Ticino in trasmissione con Luca Steinmann, giornalista e reporter

La trasmissione “Erdogan, il nuovo Sultano?” alla quale è stato invitato anche lei, poneva la conflittualità tra Kurdistan e Turchia come una realtà compresente per l’Occidente. Donde viene questo conflitto? «l’immigrazione ha importato fette di popolazione in Occidente, è pertanto notevole come questi conflitti si combattano ormai anche qua. Il conflitto tra Curdi e Turchi pone le sue radici dal Trattato di Sèvres che promise ai Curdi una patria mai concessa. Così questo popolo omogeneo dal punto di vista etnico culturale si trova  oggi diviso in quattro stati: la Turchia, la Siria, l’Iran e l’Iraq. Ad oggi non esiste alcuno stato curdo e la creazione di un suddetto in una di queste quattro realtà statali provocherebbe una volontà di indipendenza a catena anche nelle altre. Ogni volontà d’indipendenza curda in Turchia è stata repressa nel sangue, d’altro canto i gruppi terroristici curdi del PKK sono una realtà non trascurabile.»

Concludendo, gli ospiti alla trasmissione alla quale ha partecipato, rappresentavano una realtà variegata… «v’era Oktar Babura, venuto da Istanbul, da me precedentemente intervistato; Kastrian Abdul Razak, il rappresentante della comunità curda irachena in Ticino, Stefano Piazza, esperto di sicurezza; personalmente ho raccontato la mia esperienza di reporter in Turchia, portando dati e numeri della presenza turca nel mondo, come, per esempio, la Ditib, organizzazione islamica turca radicata in Germania.»

Intervista di Chantal Fantuzzi