Seppur provvisorio, già pesante il bilancio delle vittime del sisma di magnitudo 7.3 che ha devastato l’Iran e l’Iraq domenica scorsa: ben 445 i morti e 7000 i feriti secondo gli ultimi aggiornamenti.

Secondo l’istituto geologico americano la scossa avuto origine a 25 chilometri di profondità nella zona montuosa di Suleimaniyeh ma si è avvertita anche in Turchia dove però non si sono registrati danni.

Le immagini mostrano edifici distrutti e frane che stanno ostacolando i soccorsi. Secondo l’emittente Press TV sono circa 12mila le case totalmente distrutte e altre 15mila gravemente danneggiate. La regione di Kermanshah in Iran è quella in assoluto più colpita dal terremoto, il suo vice governatore ha riferito che le squadre di soccorso di Mezzaluna Rossa si sono trasferite nelle zone più colpite per installare i campi di emergenza male strade sono interrotte e la situazione è difficile anche per la mancanza di elettricità.

L’evento più tragico si è registrato nella località di Sarpol-e Zahab dove oltre 200 persone sono rimaste intrappolate sotto le macerie di un complesso residenziale e circa 8 scuole sono andate completamente distrutte.

Il presidente iraniano Hassan Rohani ha visitato Kermanshah e ha parlato con la popolazione ringraziando per la “reazione esemplare” e ha promesso che il governo si impegnerà per risolvere i problemi al più presto. La guida suprema iraniana l’Ayatollah Seyyed Ali Khamenei ha inviato una delegazione proprio a Kermanshah per stimare i datti, valutare l’operato dei soccorritori e le sofferenze della popolazione, offrendo tutto l’aiuto necessario.

Diverse parole di supporto sono arrivate da tutto il mondo, anche Papa Francesco ha inviato un telegramma di condoglianze esprimento “il suo dolore a tutti coloro che piangono i loro cari”.