Oggi il Caffè pubblica un’intervista al personaggio chiave della vicenda Argo 1, Marco Sansonetti. Segnaliamo ai lettori, riproponendola, questa nostra intervista del 19 novembre 2017.

Nel frattempo Paolo Beltraminelli è caduto (il partito e il popolo gli hanno preferito De Rosa) e, recentemente, Sansonetti ha ricevuto delle condanne di minima entità in confronto alle accuse iniziali.

L’intervista a nostro avviso non offre novità di rilievo ma è comunque interessante.

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19 novembre 2017

Parla l’uomo chiave del caso Argo 1 che – non risolto – tiene in sospeso i destini della nostra politica.

Non è stata un’intervista facile. Parecchie domande sono state “cassate” perché Sansonetti non aveva legalmente il dirtto di rispondere. Erano le regole del gioco e noi le abbiamo accettate e rispettate.

Questa intervista ha un carattere “definitivo”? No. Rivela “tutto”? Probabilmente no. Decreta le sorti dei due capi democristiani che soffrono nel pieno della bufera? Ancora no.

Questa è SOLO un’intervista di Francesco De Maria. Non è il Vangelo, e neppure l’Apocalisse di Giovanni.

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Francesco De Maria  Pronto? Parlo con Marco Sansonetti?
Marco Sansonetti  Esatto.

Lei è pronto a rilasciarmi l’intervista?
Non ancora ma posso rispondere a qualche sua domanda.

Di che cosa è in grado di parlare?
Teoricamente di nulla.

E in pratica?
Di parecchie cose, ma mi vengono imposti dei limiti legali.

Li rispetteremo. Quanti anni ha?
Ho 37 anni.

Quali sono le sue origini?
Sono italo-svizzero, mio padre è italiano della provincia di Brindisi, mia madre è svizzera del Canton Zurigo.

Quali sono le sue qualifiche professionali?
Sicuramente la qualifica più importante è l’esperienza in campo pratico, io opero nel campo della sicurezza da 15 anni di cui 13 anni da responsabile operativo. In ogni caso la mia primaria istruzione è nella difesa personale, come mio padre, ho praticato ju jitsu per 18 anni, sono stato campione italiano e ho il titolo di istruttore nazionale per l’Italia. Sono esperto nel combattimento corpo a corpo e nel tiro con armi da fuoco. Ho un diploma professionale, un attestato di formazione ausiliari di polizia e i due certificati cantonali per occuparmi di sicurezza ed investigazione.

Lei, a capo della Argo 1, ha dunque lavorato per il DSS per un periodo di…?
Per un periodo di 2 anni e 7 mesi circa; la gestione dei Centri asilanti per il Canton Ticino è iniziata a fine luglio 2014 ed è durata fino al giorno del mio arresto nel 2017.

Quando è stato arrestato?
Il 22 febbraio.

È accaduto all’improvviso? Una sorpresa totale? O c’erano state delle avvisaglie?
Un evento improvviso e inatteso, era un mercoledì ed era il mio giorno di riposo, alle 6,30 / 6,40 circa di mattina 4 funzionari di polizia si sono presentati nella mia abitazione con un mandato di perquisizione e di fermo. Devo dire che, nonostante loro non fossero a conoscenza di quanto stava accadendo quel giorno, i 2 ispettori e i 2 funzionari sono stati fin da subito molto cordiali e rispettosi nei miei confronti, hanno gestito il tutto con molta professionalità.

Quando è stato scarcerato?
Il 17 marzo.

Può descriverci le sue condizioni di detenzione e il suo stato d’animo durante quei giorni?
Ho trascorso 24 giorni in una stanza singola, i primi 20 giorni con il divieto di guardare tv e giornali, non potevo avere contatti con l’esterno se non una telefonata con mia figlia di 12 anni 1 o 2 volte a settimana in presenza di un funzionario di polizia. Non sapevo cosa succedeva fuori da quella stanza, l’unica persona che mi teneva aggiornato e mi è stato vicino è il mio avvocato Olivier Ferrari, ed è solo grazie a lui che sono stato tranquillo per tutto il tempo.

Quali erano i capi d’accusa?
I capi di accusa sono 11, non li ricordo tutti, tra i più gravi ci sono: sequestro di persona, violenza e usura.

Si dichiara innocente o colpevole?
Mi dichiaro innocente e confido nella giustizia.

Si rende conto che il caso Argo 1 (e dunque anche il suo agire) ha avuto pesantissime ripercussioni in politica?
Su questo punto non desidero esprimermi. Se mi permette vorrei dire solo che la maggior parte dei signori che hanno riscaldato le poltrone negli studi televisivi hanno parlato senza prima accertarsi di cosa e quanto fosse realmente accaduto, ma in fondo la politica è questa.

Che cosa pensa del servizio-inchiesta di Falò?
Che contiene molte falsità, che intendo confutare. Potevano chiedermi se le dichiarazioni da loro raccolte contenessero il vero, gli avrei mostrato i documenti necessari che dimostrassero la verità. Un documento in parte falso e costruito in modo tendenzioso. Il mio avvocato tutelerà i miei diritti.

Il servizio parla di “controlli preannunciati”. Corrisponde al vero?
I controlli preannunciati erano intesi come visite di controllo su impianti e misurazioni da parte di ditte esterne oltre alle visite informative da parte di membri della confederazione ed enti che volevano conoscere la gestione dei Centri Cantonali in Ticino, pertanto bisogna distinguere le visite organizzate dai controlli. In ogni caso i controlli dei dirigenti non erano preannunciati e sono stati effettuati sullo specifico andamento del nostro operato.

Riguardo all’episodio del cosiddetto sequestro di persona il “superteste” Morini è un testimone oculare?
Assolutamente no.

Lei è stato presentato come un uomo violento, e anche pregiudicato.
È un’etichetta che vogliono darmi, ma non sono mai stato un uomo violento, anzi, per chi mi conosce sa che persona sono. In 15 anni di attività non sono mai stato denunciato né per violenza né per altri motivi. Non sono pregiudicato e ho sempre agito in modo corretto con tutti.

Che cosa pensa delle rivelazioni del Corriere del Ticino (17 ottobre) su Morini? La famosa rendita di invalidità, ecc. Un tentativo di “demolire” il supertestimone? Erano rivelazioni sostanziali oppure (come alcuni hanno detto) di scarso rilievo?
Credo che abbiano avuto il coraggio di far vedere le cose da un’altra angolazione, il personaggio parla da sé e sicuramente bisognava verificare in partenza le false dichiarazioni che il signore ha pubblicamente rilasciato.

Lei sapeva “tutto” di Morini? Anche della famosa rendita?
Purtroppo non ero a conoscenza dell’invalidità del signore, anche perché lavorava già dal 2013 nel Canton Ticino con un permesso G e i certificati medici da lui presentati erano di buona salute per l’attività lavorativa.

Come giudica, complessivamente, il comportamento dei sindacati in questa vicenda? Hanno commesso azioni illecite o hanno spinto qualcuno a commetterne?
Credo che il comportamento di Unia non sia stata dei migliori, dagli atti in mio possesso si evince come un sindacalista abbia organizzato, gestito e preparato il tutto con lo scopo finale di entrare nelle prime pagine dei giornali. Purtroppo il sindacalista ha solamente raccolto alcune informazioni date dai 3 dipendenti denuncianti senza chiedere un riscontro all’azienda. Un esempio … gli agenti che operavano al Centro di Peccia usufruivano di vitto e alloggio pagato da Argo 1, cosa che Unia non ha tenuto in conto, oltre a vari errori di calcolo presenti nel loro incarto. Un giorno scopriremo se hanno commesso azioni illecite ma soprattutto scopriremo la motivazione delle loro azioni.

Da molti mesi il caso procede in mezzo a una bufera mediatica. Lei vede i media come una minaccia? Come una necessità? Come una garanzia per il cittadino e per la democrazia?
L’obiettivo dei media è fare notizia, che una notizia sia vera o falsa a pochi giornalisti interessa. È ovvio che con tutta la libertà di stampa e di pensiero data da false notizie si arreca un enorme danno e confusione ai cittadini e al sistema, ed è perciò normale che la gente non sa più a chi e cosa credere. È tutta questione di interessi.

Lei sarà processato. È pronto a difendersi?
Come già detto prima, ho piena fiducia nella giustizia e ho piena fiducia nel mio avvocato difensore. Pertanto sono pronto a difendermi da tutte le accuse.

Esclusiva di Ticinolive