La travagliata storia di Robert Mugabe, presidente dello Zimbabwe, si è conclusa con le sue dimissioni, giunte martedì 21 novembre dopo ben 37 anni di potere.

Non ha avuto molta scelta, in ogni modo, qualche ora più tardi il parlamento avrebbe votato il suo impeachment e non ci sono dubbi sul fatto che sarebbe stato approvato a gran maggioranza: dopo l’annuncio delle dimissioni i deputati sono scoppiati in applausi e festeggiamenti così come la stragrande maggioranza dei cittadini.

Mugabe, alla veneranda età di 93 anni, era il capo di stato più anziano al mondo. Nato nel 1924 in un villaggio a sud ovest della capitale Harara, Robert era stato educato dai gesuiti per diventare insegnante ma ha poi cambiato direzione uniendoso alla lotta di liberazione contro il dominio britannico ed era diventato primo ministro del 1980 in uno Zimbabwe ormai indipendente. Col tempo, il suo operato era diventato più simile a quello di un dittatore e la fine del suo regime è arrivata in modo brusco ed inaspettato in seguito alla rimozione dalla sua carica dell’ex vicepresidente e capo dei servizi segreti Emmerson Mnangagwa.

Visto come uno stratagemma per far spazio alla moglie Grace nella successione alla presidenza, il gesto irritò gli ambienti militari e infatti le forze armate sono intervenute occupando la sede della televisione nazionale e detenendo agli arresti domiciliari Mugabe.

Il paese in festeggiamento si è riversato sulle strade per dare addio al dittatore. Il prossimo presidente sarà proprio Mnangagwa che dovrebbe assumere l’incarico nelle prossime 48 ore.