Guai ancora più seri per il campione paralimpico Oscar Pistorius, la cui pena per l’omicidio della fidanzata Reeva Steenkamp è stata più che raddoppiata al termine del processo di secondo grado.

La corte d’appello ha condannato Pistorius a 13 anni e 5 mesi di reclusione accogliendo il ricorso dell’accusa secondo la quale la condanna iniziale a 6 anni era “lieve in modo sconvolgente”. In realtà la pena minima per l’omicidio è di 15 anni ma il periodo è stato ridotto tenendo conto del tempo che l’atleta ha già passato in prigione.

La modella Reeva Steenkamp era stata uccisa la mattina del 14 febbraio del 2013 nella casa doveva viveva proprio con il fidanzato. Pistorius ha esploso quattro colpi di pistola sulla ragazza attraverso la porta del bagno e ha poi giustificato il suo gesto dicendo che credeva di sparare ad un ladro entrato dalla finestra.

Inizialmente accusato di omicidio colposo, Pistorius era stato condannato a cinque anni ma a seguito del primo appello i giudici avevano dichiarato l’atleta colpevole di omicidio volontario e l’avevano condannato a 6 anni di carcere perché ci sarebbero state delle attenuanti. Il secondo appello ha infine portato a Oscar la sentenza di oggi.

Secondo l’accusa l’uccisione della ragazza non era frutto di un incidente bensì la conseguenza di un litigio. Molti testimoni hanno confermato questa versione dichiarando di aver sentito diversi rumori provenire dalla casa prima degli spari. L’avvocato dei genitori della vittima, Tania Koen, ha detto che i famigliari di Reeva “sentono che è stata fatta giustizia. Adesso può riposare in pace”.