All’audace mossa di Fiorenzo Dadò, di cui tutti parlano, risponde oggi il suo principale avversario, Matteo Caratti, direttore della Regione.

“Il nostro lavoro consiste nell’informare l’opinione pubblica: riportare fatti, svolgere inchieste, fornire chiavi di lettura. A volte, chi detiene il potere (politico in particolare), non gradisce che i fatti vengano portati alla luce del sole. Di qui la protesta per lesa maestà e il ‘vade retro’ ai giornalisti che non cantano in coro”.

[Caratti non se ne rende conto, ma questa sua allusione ai giornalisti che non cantano in coro suona abbastanza ridicola. La maggior parte dei media sono contro Dadò]

“Tranquilli. Noi continueremo serenamente sulla nostra strada. Anche nei cunicoli inesplorati dell’Argogate che da mesi ormai occupa i tre poteri dello Stato e blocca un partito (poveretto, in ostaggio!) che ha sicuramente molto da offrire al Ticino, e non certo solo questo miserevole spettacolo, inscenato da un paio di primi attori azzoppati da mesi, ma che si tengono ben stretto il cadreghino sempre più traballante. Che altro dire? Viva la libertà di stampa, bene prezioso, non per niente garantito dalla Costituzione!”

Si osservi la lode – strumentale, furbesca e insincera – tributata da Caratti al PPD. Il direttore della Regione crede che il PPD… ma veramente? … ma è la rivoluzione copernicana! Suvvia, recuperiamo la serietà, anche nelle grinfie dell’Argogate si può essere seri.

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Che cosa c’è – di assodato, di provato, di concreto – contro Fiorenzo Dadò (sinora)?  1) La cena di Bormio. 150 Euro sono una miserabile somma ma… …  2) Un modo infelice di affrontare le conseguenze del passo falso, chiamiamolo pure così. In presenza (ipotizziamo) di “sussurri e grida”, dicerie, chiacchiere da pianerottolo… e da ufficio. 

Errori? Certamente sì. Lo dice Caratti? Lo dico anch’io. Ma poi?

Una delle parole chiave nella giurisprudenza e nella politica è PROPORZIONALITÀ. E allora io mi permetto di domandare: c’è un senso di “proporzionalità” tra la campagna condotta dalla Regione e le colpe del presidente democristiano?

Caratti è veramente l’eroico e purissimo portabandiera della libertà di stampa, oppure il promotore di un’azione di MOBBING ? Guardate che la mia non è una domanda retorica. Ad essa si può rispondere Sì o No.

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Immagino che qualcuno a questo punto dirà: “Siamo sicuri di sapere tutto?” Marco Sansonetti (che non parla mai senza essersi prima consultato con il suo avvocato) ha vuotato il sacco? Io non lo so e secondo me non lo sa neanche Caratti. 

Sinora (e sono passati molti mesi) le prove contro Dadò (e la sua compagna) si riducono a poca cosa, a ciò che abbiamo evocato sopra. Ma il tutto è stato ossessivamente ingigantito e ripetuto all’infinito, in una sorta di brainwashing del pubblico.

Voi conoscete le parole del dottor Goebbels? “Wiederholung macht die Wahrheit”. Lui non scherzava.