Riceviamo e pubblichiamo, ricordando la recentissima sentenza del TRAM che, secondo il ministro Zali, ex giudice, potrebbe anche portare all’abrogazione della legge.

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Dopo 22 mesi dall’entrata in vigore dell’albo artigiani la commissione ha finalmente iscritto 2500 richiedenti su 5000, la metà di quelli circa previsti e dichiarati sul GdP in ottobre del 2015. Un anno è passato per avere la sentenza che stabilisce che la LIA lede il principio di libero accesso a un’attività economica (art. 27 Cost.) e anche la parità di trattamento.

Il mio auspicio ora è che finalmente la politica abbia il coraggio di abrogare, senza se e senza ma, questa aberrante legge che sta generando costi che andranno a cadere sulla testa di tutti i ticinesi. Spero anche che si verifichi come viene amministrata questa legge perché non è ammissibile che vi sia chi non paga il rinnovo, chi viene iscritto pur non avendo i requisiti, chi deve presentare l’avvenuto pagamento delle prestazioni sociali, mentre per altri basta il piano di rientro ecc. Questi sono solo alcuni esempi che confermano che la LIA legalizza la deroga quale strumento usuale per l’applicazione ordinaria delle leggi. Questa è un’aberrazione per uno stato democratico che il suo politico dovrebbe contrastare e non ignorare, o peggio assecondare. La buona fede di chi ha voluto la LIA può essere, seppur debole, una scusa, ma non esenta dal dovere di sospenderla, attivarsi per la sua abrogazione e verificare l’operato della commissione. La LIA però un merito vero ce l’ha: ha acceso i riflettori, in una sala piena di finti ciechi, sulle manchevolezze di noi ticinesi, nessuno escluso, con responsabilità e doveri diversi, ma tutti colpevoli. Soprattutto noi artigiani che veniamo citati dal politico di turno come spina dorsale del paese. Spina dorsale come quella dell’asino che si piglia le bastonate e va avanti contento per il fieno centellinatogli la sera dal padrone. Infatti io, artigiano, sono uso a spaccare le montagne nei bar, a brontolare su tutto e con tutti curandomi però di non irritare troppo il padrone. Spero almeno che nel segreto dell’urna, ammesso che faremo lo sforzo di votare, in futuro saremo meno asini (4600 sicuramente sì).

Vorrei incoraggiare tutti gli artigiani a inoltrare sistematicamente ricorso sulle decisioni della commissione LIA, io comincerò con il pagamento del rinnovo 2018.

Andrea Genola