«Il Consiglio di Stato comunica di aver accettato la richiesta di pensionamento formulata dal capo ufficio del sostegno sociale e dell’inserimento del Dipartimento sanità e socialità Renato Scheurer. Tenuto conto dei giorni e delle ore di lavoro supplementari arretrate, il signor Scheurer è liberato da subito dagli obblighi di servizio. Sulla questione non verranno comunicati ulteriori dettagli».

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Questo personaggio chiave dell’Argogate esce dallo Stato ma (supponiamo) non esce affatto dalla tormentata vicenda. Tredici giorni or sono il Consiglio di Stato, riunito in un’agitata seduta, aveva creduto (temuto) di aver trovato la “pistola fumante”, cioè la prova della corruzione: un versamento di 50.000 franchi su un suo conto (novembre 2014). In simili casi, ovviamente, non c’è segreto bancario che tenga. 

Ma quei soldi erano il frutto di un’eredità e se ne potevano esibire le prove. Il procuratore generale John Noseda ha dunque – dopo interrogatorio e perquisizione domiciliare – scagionato Scheurer.