La vicenda Boschi, nella quale il padre dell’allora ex ministro sarebbe stato indagato per aver mandato sul lastrico i risparmiatori e gli investitori di Banca Etruria, sarebbe, secondo l’ex premier Renzi, solo un “gigantesco alibi, utilizzato per non parlare di chi ha avuto problemi seri”. Deciderà la Boschi – continua Renzi – come difendersi dalle querele. – e poi, beffardamente, ha concluso:  -continuate a guardare il dito e non la luna. Il Pd esce a testa alta.”

Lascia senza fiato e con un pugno nello stomaco la conclusione avviata della vicenda del crac Banca Etruria. Dopo l’audizione di ieri, durata cinque ore del procuratore di Arezzo Roberto Rossi davanti alla commissione Bicamerale Banche, si è concluso come “Bankitalia avrebbe chiesto a Banca Etruria di adottare una serie di misure correttive e di ricercare un partner di elevato standard.” Su questo partner non si specifica la scelta di Vicenza, scagionando così il negoziato tra le due banche fallite.

L’aggregazione di fatto segreta di Banca Etruria con Vicenza è stata di fatto contestata da Bankitalia, ma non si è andati oltre: il commissariamento di Banca Etruria è stato imputato “solo” riguardo alle gravi perdite patrimoniali inflitte ai clienti. Il commissariamento, in realtà consequenziale alle perdite, si è così concluso con il riconoscimento dello stesso. E Renzi trionfa. La sua bella è (almeno per ora) salva.